domenica 3 luglio 2011

SANZIONE DI 100.000 EUR AL SEN.LANNUTTI: ANCHE CORTE APPELLO DI ROMA SMONTA TEOREMA DIFFAMATORIO DUO CARDIA-CONTI,CONTRO PRESIDENTE ADUSBEF COLPITO DA COLLAUDATA MACCHINA FANGO OPERANTE IN CONSOB.

Dopo la Corte di Appello di Perugia, che il 10 giugno 2010 avevano annullato la sanzione di 100.000 euro,notificata dalla Consob il 30 novembre 2009 contro il Presidente Lannutti per turbativa di mercato perchè aver osato denunciare i derivati avariati di Unicredit alle Procure della Repubblica, anche la Corte di Appello di Roma, 1°Sezione Civile Volontaria Giurisdizione Presidente e Relatore Cons. Corrado Mafffei, in data 14 giugno 2011 ha annullato la delibera 17071 con cui Consob aveva sanzionato Adusbef e il suo presidente per Manipolazione dei mercati ex art. 187 ter d.lgs 58/98 TUF su esposto UNICREDIT.

Le limpide pronunce delle Corti di Appello, che hanno annullato il procedimento Consob relativo al ricorso del Presidente Adusbef e senatore dell'Italia dei Valori Elio Lannutti, per l'astronomica somma di 100.000 euro per aver reso dichiarazioni a tutela dei risparmiatori successivamente alla messa in onda della puntata di "Report" (14 ottobre 2007) che aveva messo in luce come le banche avessero piazzato in maniera criminale a imprese ed enti locali i prodotti derivati cagionandone l’insolvenza o profondi buchi di bilancio, dimostrano l’eistenza di una volontà diffamatoria verso uno strenuo difensore dei risparmiatori,che aveva messo in luce un rapporto collusivo tra Consob, banche e molte imprese vigilate.

Emerge sempre più netta,anche per l’evidenza data alla notizia sanzionatoria sulle prime pagine dei mass media, italiani e stranieri del 1 dicembre 2009, una ben collaudata macchina del fango, operante all’interno della Consob,ordita dai vertici di Unicredit ed eseguita dall'ex banchiere di Intesa San Paolo, Vittorio Conti, che firmando la sanzione, su diretto mandato del signor Profumo aveva lo scopo di punire ed infangare il buon nome di Adusbef e del suo presidente, che si battono senza tregua contro truffe, frodi ed abusi quotidiani dei banchieri a danno dei risparmiatori.

Si consideri che analoga sanzione inflitta dalla Consob all'ex presidente della Corte Costituzionale Antonio Baldassarri, accusato di manipolazione del mercato sui titoli Alitalia durante le trattative di acquisizione fallita da parte di una cordata di imprenditori, ha avuto sulla stampa un risalto inferiore di neppure un decimo rispetto alla diffusione della sanzione all'Adusbef, a riprova della vera e propria macchina del fango, diretta dal duo Cardia-Conti, dietro specifico mandato di Unicredit,come risulta agli atti giudiziari e dalle pronunce delle Corti di Appello di Perugia e Roma.

Il 30 novembre 2010 ed il 1° dicembre, quando i mass media pubblicarono la notizia in maniera sproporzionata con la finalità di infangare la limpida attività di un'associazione come l'Adusbef che da oltre 20 anni si era battuta senza tregua contro truffe ed abusi a danno dei risparmiatori e delle famiglie, denunciando la plateale collusione dei banchieri con la Consob e la Banca d'Italia, il capo uffico stampa Consob si vantava con i colleghi giornalisti che quella sanzione sacrosanta per manipolazione del mercato sarebbe resistita all'appello, posto che nel 99 per cento dei casi, la magistratura di merito aveva sempre confermato le sanzioni Consob,a dimostrazione che il capo ufficio stampa Consob, ha avuto un ruolo primario ed evidente nella diffusione della notizia di sanzione costruita senza alcuna base giuridica e senza alcun riscontro dei fatti, come è doveroso per un'autorità che abbia la minima parvenza di autonomia, indipendenza e sia non collusa con gli interessi dei banchieri,dei Profumo di turno e delle imprese vigilate, come dimostrano con chiarezza le sentenze delle Corti di Appello.

Adusbef intenterà azione risarcitoria contro tutti i protagonisti di un teorema diffamatorio e denigratorio fondato sul nulla, chiamando in giudizio anche alcuni mass media, i quali mentre avevano dato ampio risalto alla sanzione nelle prime pagine, seppur informati,non hanno mai voluto pubblicare la sacrosanta rettifica imposta dall'articolo 10 legge 223/1990 (cosiddetta "legge Mammì"), che ha ridisciplinato quanto disposto dall'articolo 7 della legge n. 103 del 1975 e dalla stessa Carta dei Doveri del Giornalista.
Il Comitato Direttivo Adusbef

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