lunedì 11 luglio 2011

IL RISANAMENTO PARTE DAI TAGLI AI PRIVILEGI

Risanare il bilancio non è solo un obbligo che ci impone l'Europa. E' un dovere che noi dell'Italia dei valori sentiamo e condividiamo perché non si può accettare che i nostri figli e i nostri nipoti paghino il prezzo dei nostri errori. Non c'è bisogno di essere grandi economisti per capire che risanare il bilancio senza tagliare qualche spesa non è possibile: basta l'esperienza che si fa cercando di far quadrare i conti a fine mese. Sin qui siamo tutti d'accordo. I dolori cominciano quando bisogna decidere dove tagliare, cioè chi deve accollarsi i sacrifici del risanamento.

Secondo noi devono essere quelli che più hanno, quelli che erano già ricchi e grazie alle politiche di Berlusconi sono diventati sempre più ricchi mentre per la stragrande maggioranza dei loro concittadini la vita diventava sempre più difficile. 

Per noi devono essere gli speculatori che moltiplicano i loro capitali senza produrre niente e senza creare nemmeno un posto di lavoro ma che pagano (quando le pagano) meno tasse di tutti gli altri

Per noi quei tagli vanno fatti sull'inefficienza della politica, su tutti gli enti e i consigli d'amministrazione inutili che si mangiano milioni e milioni di euro in cambio di niente.

Per il governo, invece, a pagare devono essere i poveri cristi, quelli che già faticano ad arrivare a fine mese. Invece di colpire la rendita finanziaria, come chiedevamo noi, la manovra ha colpito i piccoli risparmiatori, quelli che in banca hanno poche decine di migliaia di euro messi da parte con fatica e sacrificio. 

Dovranno d'ora in poi pagare una tassa che pari al quadruplo e dal 2013 al quintuplo di quella attuale. 

Questi sono tagli veri e dolorosi. Quelli contro i costi della politica invece sono pochissimi e anche quel poco è rinviato a chissà quando. 

Ma con che faccia si può chiedere a un popolo che già suda le sette camice per arrivare a fine mese di sobbarcarsi tutte le spese del risanamento mentre il ceto politico fa quadrato per difendere i propri privilegi?

Sarebbe uno scandalo persino se fosse un ceto politico adamantino e al di sopra di ogni sospetto. Invece da anni finisce continuamente al centro d’inchieste penali per le sue attività illecite, si fa pagare le case o l'affitto da gente che certo non sborsa tutti quei soldi per carità cristiana, distribuisce appalti in cambio di favori. Poi arriva e chiede sacrifici a chi è già molto sacrificato senza però essere disposto a rinunciare a nessuno dei propri privilegi.

Lo capiscono anche i bambini che così non si può andare avanti. La manovra deve essere modificata e deve colpire sul serio i costi dell'inefficienza politica: i rimborsi elettorali devono essere eliminati, i vitalizi per il parlamentari aboliti, il numero dei voli e delle auto blu ridotto all'osso, quello dei parlamentari dimezzato.

Solo con l'abolizione delle Province si ridurrebbe della metà e forse anche di più il peso della manovra sulle spalle dei cittadini. Però soltanto noi dell'Italia dei valori la abbiamo coerentemente perseguita in Parlamento e non ce l'abbiamo fatta perché tutti gli altri partiti, tradendo come al solito le promesse elettorali, hanno fatto muro in difesa delle inutili Province e dei loro costosi interessi.


Firma e ferma gli sprechi

Per questo abbiamo programmato in autunno una raccolta di firme per una legge d’iniziativa popolare, ma da subito a questo link potete già firmare una pre-raccolta, solo online: lasciando la mail, vi informeremo su tutti i prossimi passaggi, quando e dove si organizzeranno i banchetti, sui tempi e sulle modalità.

Noi non ci arrendiamo e non ci arrenderemo fino a quando, anche nell'affrontare i costi del risanamento, in questo Paese non sarà tornata un po' di giustizia.



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