lunedì 16 gennaio 2012

ITALIA, BASE MILITARE NEL GIBUTI PER LA LOTTA ALLA PIRATERIA

Nel decreto sul rifinanziamento delle missioni italiane all’estero, in esame alla Camera, sono contenuti 430 mila euro per l’esercito della Repubblica di Gibuti. Si tratta della prima parte del pagamento richiesto per aprire una base militare italiana.
L’operazione, finalizzata al supporto delle operazioni di controllo della pirateria, prevede la cessione di mezzi militari in dotazione al nostro esercito: 40 autocarri Iveco ACM80, acquistati negli anni Novanta e prossimi alla sostituzione, per la cui manutenzione verranno spesi 316mila euro, quattro veicoli VM90, dieci barchini, autocisterne, un’autobotte, autogru. Valore totale: 430mila euro. La fornitura rientra all’interno degli accordi stipulati tra Italia e Gibuti nel 2002, che prevedeva la cessione gratuita di materiali militari: tuttavia allora la spesa prevista era di 20mila euro annui.
La Repubblica di Gibuti, poche migliaia di chilometri quadrati sulla costa orientale del Continente Nero, davanti al golfo di Aden, è diventato un Paese di fondamentale importanza strategica nel 2001, dopo l’attentato alle Torri Gemelle, per la sua posizione di fronte allo Yemen, che intratterrebbe secondo gli Stati Uniti dei rapporti privilegiati con Al Qaeda. Dal 2006, inoltre, nel golfo di Aden si sono intensificate le attività dei pirati somali e il Gibuti è diventato un territorio chiave per la lotta contro il fenomeno. Da qui, infatti è possibile controllare lo stretto marittimo di Bab el-Mandeb, tappa obbligata per i mercantili che attraversano l’area, dove ogni giorno passano oltre tre milioni di barili di greggio.
Di conseguenza, diversi Paesi occidentali hanno cercato di essere presenti nel piccolo Stato africano: gli Usa, la Francia, che nel Gibuti ha la più grande base militare l’oltremare, il Giappone, e ora anche l’Italia.  “Dopo aver capito l’importanza strategica dell’area anche il nostro Paese ha dirottato alla piccola repubblica una parte rilevante dei fondi per la cooperazione con i paesi in via di sviluppo. Ogni anno versiamo al Gibuti diversi milioni di euro”, ha spiegato una fonte riferita dal sitoLinkiesta.
Fonti istituzionali riferiscono che la base italiana sul Corno d’Africa aprirà a breve. Alla fornitura di materiale militare seguiranno altri pagamenti. 

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