I distretti industriali. Simbolo del boom economico del secondo dopo guerra, sembrano una delle poche realtà industriali a tenere botta all’epoca della grande crisi economica mondiale iniziata nel 2012.
Lo scorso anno, per intenderci, una delegazione di imprenditori cinesi, scortati dai dirigenti del governo di Pechino, ha girato in lungo e in largo per le centinaia di distretti industriali italiani, che hanno fatto della capacità di fare rete innovando un unicum mondiale. Confindustria lo sa: solo a novembre sono 181 le nuove ‘reti’ di aziende ante in Italia, che coinvolgono più di 800 aziende, in 82 province di 19 regioni dello Stivale.
Un patrimonio infinito: la concia delle pelli nel Veneto, le scarpe nelle Marche, le armi della Val Trompia, l’alta tecnologia di Catania, gli occhiali di Biella, il tessile di Prato e così via, in migliaia di produzioni nate da un legame unico tra un territorio e una produzione. Una storia incredibile, che adesso comincia a interessare anche la cultura. Il film L’Industriale, del grande Giuliano Montaldo, è un film che un tempo sarebbe stato dedicato a un operaio. L’intervista di Barbara Sorrentini, sul nostro sito, fa il paio con quella che accompagna il reportage sui distretti industriali nel numero di febbraio di E – il mensile, in edicola dal 25 gennaio: l’intervista a Edoardo Nesi.
Uno scrittore che ha saputo cogliere, nel suo Storia della mia gente, la crisi del distretto di Prato, che racconta però una storia che riguarda migliaia di altre realtà. Perché lo Stato italiano, come in mille altri casi nazionali, nei quali non siamo riusciti ad accorgerci di essere unici, è assente. Ecco che mentre si lavora di ingegno per non morire, i distretti rischiano di scappare via. Portando la loro competenza in Cina, in India, in Russia, in Brasile.
Un reportage, sul mensile, e un multimedia, sul sito, raccontano un viaggio nel cuore di un’Italia, che venne definita la Terza Italia, dopo la prima, quella del Nord-Ovest, il vecchio “triangolo industriale”, e la seconda, quella del Mezzogiorno, della fame di sempre. L’Italia dei sistemi di rete, l’Italia dei distretti industriali. Un viaggio in un’Italia che scompare, per lasciare magari ancora il passo a l’ennesima rivoluzione industriale frutto del colpo di genio di uno di quegli imprenditori raccontati da Montaldo, Nesi o da Emiliano Corapi che nel suo ultimo film, Sulla strada di casa,racconta la disperazione di un imprenditore abbandonato a se stesso.
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