venerdì 21 gennaio 2011

ROMA CAPITALE, ADICONSUM: AFFRONTARE LE CRITICITÀ DI UNA METROPOLI

Giusta l’attenzione della Provincia alle proposte dei cittadini ma c’è ancora di più l’esigenza di risposte concrete alle criticità già note. Nel Forum “La Città metropolitana di Roma Capitale vista con gli occhi dei cittadini” Adiconsum attraverso il suo Segretario Generale Nazionale, Paolo Landi, oltre ad aver collaborato alla pubblicazione presentata dalla Provincia è intervenuta con alcune note di riflessione e alcune proposte concrete.

IN MERITO ALLA GESTIONE…

Giusta è la proposta del Presidente della Provincia di affrontare i problemi della Metropoli con la collaborazione delle varie Istituzioni, in assenza di ciò sarebbe la paralisi, ma occorre anche dire che questo potrebbe essere non sufficiente. L’esperienza di Napoli insegna.

Quando sorgono interessi conflittuali o vi è una struttura funzionale a gestire queste realtà delle aree metropolitane o si rischia la paralisi. Altri paesi europei gestiscono le aree metropolitane con strutture istituzionali create appositamente.

Se traguardiamo le nostre proposte a dieci o venti anni, occorre con decisione riorganizzare le istituzioni territoriali abolendo ciò che è inutile e potenziando ciò che è necessario. Ciò che non si deve fare invece è aggiungere altre istituzioni a quelle esistenti, con ulteriori costi per i cittadini. Troppo spesso abbiamo fatto passare, scelte di maggiori partecipazioni scelte che poi si sono dimostrate essere maggiore burocrazia e ulteriore clientelismo.

SVILUPPO SOSTENIBILE E METROPOLI

Vero è che in tutto il mondo, lo sviluppo si sta concentrando in tante aree metropolitane, la scelta di privatizzare molti servizi, è un forte incentivo ad investire anche nei servizi pubblici solo dove c’è un ritorno di business, questa scelta tuttavia è l’esatto opposto di uno sviluppo sostenibile e di una maggiore qualità della vita.

Quando parliamo di Roma metropoli, dovremmo avere presente, come evitare ulteriore urbanizzazione sulla Capitale, bensì come alcune metropoli fanno, decentrare le attività produttive, l’occupazione e i servizi, per salvaguardare la qualità della vita dei cittadini. L’obiettivo quindi, è una metropoli decentrata e non sempre più una metropoli concentrata con i vari problemi drammatici di trasporto di inquinamento e di speculazioni edilizie.

NELLA ROMA CAPITALE CI SONO TRE CITTA’ DI FATTO CON CRITICITA’ MOLTO DIVERSE

Vi è il Centro Storico, con lo Stato del Vaticano, c’è la periferia con i nuovi quartieri dove si è verificata una cementificazione senza precedenti, zone prive di collegamenti con il centro storico e di servizi, il cui unico riferimento con il sociale è il grande centro commerciale, ed infine vi è una terza Roma, quella dei cittadini, che dai paesi delle provincie vengono a lavorare in città, sottoponendosi ad un servizio di trasporti del tutto inadeguati.

Roma capitale, deve rispondere anche a quest’ultime criticità e non soltanto a quelle del Centro Storico.

APPORTO CHE LE ASSOCIAZIONE DEI CONSUMATORI POSSONO DARE AL MIGLIORAMENTO AI SERVIZI DI MAGGIORE QUALITA’

Nei vari servizi siano essi trasporti, rifiuti, salute o PA, è indispensabile che ci siano degli standard di qualità, negoziati con le associazioni dei consumatori e conosciuti dai cittadini, è necessario che sia fatto un monitoraggio per capire come sono rispettati dalle varie imprese di servizio. Le associazioni possono svolgere un ruolo importante in tutto ciò, certo occorre avere a riferimento associazioni quale Adiconsum, che si pongono in modo concreto e responsabile di fronte ai problemi, rispetto ad altre associazioni il cui obbiettivo è la demagogia e la mera denuncia per acquisire il consenso.

A chi si rivolge oggi il cittadino per denunciare che l’autobus atteso non è passato?

Altro esempio è la raccolta differenziata, tutti noi siamo pienamente d’accordo, ma sarebbe interessante capire come è stato deciso il porta a porta che risulta essere notevolmente più costoso, e crea notevolmente più difficoltà ai cittadini, con la conseguenza che è scarsamente rispettato, oltre ad aver significato per molti Comuni, aumenti del 30% delle tariffe.

Anche nella PA occorre portare a termine processi di semplificazione, ma tutto questo non può essere demandato o richiesto a chi ci opera, poiché nessuno riforma sé stesso. Se si vogliono quindi realizzare risultati concreti, occorrono utilizzare società esterne, così come fanno tutte le imprese private quando si riorganizzano e si ristrutturano.

Infine un problema che travalica il convegno in questione e riguarda l’uso del risparmio sul territorio, occorre ribadire alle grandi banche che parte del risparmio sia venga investito su progetti del territorio su cui sorgono, se uno va in banca per investire il proprio risparmio, gli viene proposto di tutto, salvo un investimento che lui stesso possa controllare e verificare.

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