Litigano e litigano: a chi non va bene il rincarico di Berlusconi, chi non vuole il governo Monti, chi dice al governo con tizio mai, chi risponde che Caio non vuol parlare, e poi mafiosi e corrotti, traditori e traditi, nani e ballerine.
Noi al pessimo spettacolo del teatrino dei politicanti nostrani ci siamo abituati, nel resto del mondo un pò meno.
La credibilità del nostro paese è sotto lo zero.
Senza calcolare il dato dell'8 maggio 2008 (quando Silvio Berlusconi è stato nominato premier: lo spread Btp-Bund era di 37 punti) ci possiamo attestare sui calcoli dell'ultimo mese, da quando lo spread ha superato la soglia psicologia dei 400 punti.
Solo l'altro ieri c'è stato un aumento di 20 punti, confermato dall'andamento dei mercati di ieri.
Oggi la scelta non delle dimissioni immediate ma della straziante agonia del governo riconferma il dato: + 20 punti, siamo a 520.
20 punti significano 3 miliardi di euro in più di interessi che bisogna pagare.
Non li paga Berlusconi o Tremonti, li pahiamo noi.
Calcolando un aumento giornaliero di 20 punti dello spread, ogni giorno di agonia del governo costa 50 euro per tutti i 60.000.000 di italiani.
Quindi 150 euro al giorno per ogni famiglia, 1000 euro ogni settimana.
Ma chi ce li ha tutti questi soldi? Nessuno. ed è per questo che stiamo correndo velocemente verso il precipizio del default.
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