Lo rivela il Daily Telegraph online citando un documento di sei pagine del ministero degli Esteri tedesco. Il testo esamina anche esplicitamente le possibili strade per limitare le modifiche ai trattati per renderne più facile la ratifica. Questo anche per dissuadere Londra da un referendum sull'Ue.
La Germania ha un piano segreto per la creazione di un Fondo monetario europeo che potrà essere in grado di sostituirsi alla sovranità degli stati membri in difficoltà. Lo scrive il Daily Telegraph online citando un documento di sei pagine del ministero degli Esteri tedesco.
Il documento esamina anche esplicitamente le possibili strade per limitare le modifiche ai trattati per renderne più facile la ratifica. Questo – scrive il quotidiano britannico – anche per dissuadere Londra da un referendum sull’Ue. Il Fondo avrà il potere di mettere i Paesi in crisi in amministrazione controllata e di gestire la loro economia. Il documento, intitolato “Il futuro dell’Ue: i necessari miglioramenti di integrazione politica per la creazione di un’Unione di stabilità”, dichiara che le modifiche al trattato sono un primo passo “con cui l’Ue si svilupperà verso un’unione politica”. “Il dibattito sulle modalità verso un’unione politica – conclude il documento – deve iniziare appena è tracciata la strada verso l’Unione di stabilità”.
Il documento, scrive il Telegraph, svela che la maggiore economia dell’Ue sta creando le condizioni perchè gli altri paesi europei, che sono troppo grandi per essere salvati, possano fare default, andando così in bancarotta. E questo alimenta i timori che “i piani tedeschi per affrontare la crisi dell’eurozona prevedano un’erosione della sovranità nazionale che potrebbe aprire la strada ad un ‘super stato’ europeo con proprie tasse e piani di spesa decisi a Bruxelles”.
Nel testo si fa anche un riferimento alla modifica dei trattati: “Limitare l’effetto delle modifiche ai trattati nei paesi dell’Eurozona renderebbe più facile la ratifica, che tuttavia verrebbe richiesta da tutti gli stati membri (in questo modo sarebbero necessari meno referendum, e questo interesserebbe anche la Gran Bretagna)”.
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