mercoledì 30 novembre 2011

LA TECNOLOGIA SATELLITARE FORNISCE NUOVE STIME SULLE PERDITE DI SUPERFICIE FORESTALE

Tra il 1990 e il 2005 il pianeta ha perso
quasi dieci ettari di foreste al minuto.
La FAO utilizza il rilevamento a distanza per valutare i cambiamenti avvenuti.

Un nuovo rilevamento su dati satellitari appena pubblicato dalla FAO fornisce un quadro più accurato dei cambiamenti che hanno interessato il patrimonio forestale mondiale, mostrando un declino nell'uso della superficie forestale tra il 1990 e il 2005.

I risultati dell'indagine di rilevamento a distanza condotta a livello globale mostrano che la superficie forestale totale nel 2005 copriva 3,69 milioni di ettari, ovvero il 30% dell'estensione totale delle terre globali.     

I nuovi rilevamenti indicano che il tasso di deforestazione a livello globale è stato pari in media a 14,5 milioni di ettari l'anno tra il 1990 e il 2005, in linea con le stime precedenti. La deforestazione é avvenuta soprattutto ai tropici, verosimilmente a causa della conversione di foreste tropicali in terre agricole.

D'altro lato, l'indagine mostra che globalmente la perdita netta di foreste tra il 1990 e il 2005 è stata inferiore a quanto creduto in precedenza, poiché le aree forestali guadagnate sono state maggiori di quanto indicato dalle precedenti stime.

La perdita netta di foreste - quando le perdite di area boschiva sono parzialmente compensate da riforestazione o espansione naturale del manto forestale - è stata pari a 72,9 milioni di ettari, ovvero il 32% in meno della precedente stima di 107,4 milioni di ettari, secondo il nuovo rivelamento. In altre parole, la terra ha perso in media 4,9 milioni di ettari di foreste l'anno, ovvero quasi 10 ettari di foreste al minuto, nell'arco dei 15 anni.

I nuovi dati rivelano anche che la perdita netta di foreste è andata accelerando, aumentando dai 4,1 milioni di ettari l'anno tra il 1990 e il 2000 ai 6,4 millioni di ettari tra il 2000 e il 2005.

Le stime sono state realizzate sulla base del più vasto uso fatto fin'ora di dati satellitari ad alta risoluzione per fornire un quadro dell'estensione boschiva su tutto il globo. Esse differiscono dalle precedenti stime della FAO riportate nella Valutazione delle Risorse Forestali Globali 2010 (FRA 2010), basate sulla compilazione di studi condotti a livello nazionale usando una vasta gamma di fonti diverse.

"La deforestazione sta privando milioni di persone di beni e servizi derivanti dalle foreste che sono cruciali per la sicurezza alimentare, il benessere economico e la salute ambientale", ha dichiarato Eduardo Rojas-Briales, Vice-Direttore Generale della FAO per il Settore Forestale.

"Le nuove stime basate sui dati satellitari ci danno un quadro più completo e globale, nel tempo, della situazione delle foreste nel mondo. Insieme alla vasta gamma di informazioni fornite dai singoli rapporti nazionali, esse offrono agli organi decisionali ad ogni livello informazioni più accurate e sottolineano la necessità che i paesi e le organizzazioni si impegnino urgentemente per porre un freno alla perdita di questi preziosi ecosistemi forestali", ha aggiunto Rojas-Briales.

L'indagine di rilevamento a distanza è stata condotta su una sola fonte di dati in tre diversi momenti - 1990, 2000 e 2005 - usando gli stessi dati input e la stessa metodologia per tutti i paesi.

"Per quanto riguarda le modifiche dell'estensione della superficie forestale, i nuovi risultati arricchiscono soprattutto le nostre informazioni sull'Africa, dove i dati relativi a molti paesi erano vecchi o di scarsa qualitá. Qui il rilevamento satellitare mostra un tasso di perdita forestale inferiore a quello precedentemente stimato sulla base dei rapporti nazionali," afferma Adam Gerrand, Esperto forestale della FAO.

Perdite e guadagni a livello regionale

I dati mostrano anche ampie differenze regionali nelle perdite e nei guadagni di superficie boschiva. Tra il 1990 e il 2005 la perdita di foreste è stata maggiore ai tropici, dove si trova poco meno della metà della superficie forestale mondiale. Le perdite nette in questa regione sono state in media di 6., milioni di ettari l'anno tra il 1990 e il 2005. Il piu' alto tasso di conversione di superficie forestale ad altri usi non meglio specificati si è registrato per entrambi i periodi in America del Sud, seguita dall'Africa.

L'Asia è l'unica regione ad aver registrato guadagni netti di superficie forestale in entrambi i periodi. La deforestazione ha riguardato si tutte le regioni, Asia compresa, ma l'estesa attività di rimboschimento che è stata riportata in diversi paesi in Asia (principalmente in Cina) ha più che compensato le aree forestali andate perdute.

Modesti guadagni netti di area boschiva si sono registrati nelle regioni subtropicali, temperate e boreali nell'arco di tutto il quindicennio. Ulteriori successivi rilevamenti a distanza saranno in grado di rilevare i cambiamenti avvenuti a partire dal 2005, compreso ogni progresso che può esser stato fatto nella protezione delle foreste esistenti e nella creazione di nuove foreste dal 2005 in avanti.

Una visione globale

I nuovi dati forniscono input importanti per quei processi di monitoraggio nazionale ed internazionale che richiedono informazioni e statistiche sulle aree forestali e sui cambiamenti di destinazione d'uso delle terre. Tra di essi, la Convenzione sulla biodiversitá e la nuova Iniziativa per ridurre le emissioni provocate da deforestazione e degrado forestale nei paesi in via di sviluppo (REDD+), nell'ambito della Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sul Cambiamento Climatico (UNFCCC), attualmente alla discussione della XVII Conferenza delle Nazioni Unite ospitata a Durban, in Sud Africa (28 novembre-9 dicembre 2011).

Per condurre tale studio, la FAO ha lavorato per quattro anni con i suoi partner tecnici del Centro comune di ricerca della Commissione Europea ed oltre 200 ricercatori da 102 paesi, per analizzare i dati provenienti dall'Ente Nazionale per le Attivitá Spaziali e Areonautiche (NASA) e dall'Istituto Geologico degli Stati Uniti (USGS).

La ricerca è stata finanziata con contributi della Commissione Europea, del Centro Heinz, dei governi di Australia, Finlandia e Francia e della FAO.


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