Fabio Ruvolo, titolare della Etnos di Caltanissetta: «I numeri rossi del contatore non si fermavano mai. Era un’evidente anomalia ma nessuno ha fatto nulla».
Oltre 5.000 euro di gas consumati in soli tre mesi da una piccola cooperativa sociale. Una stima assolutamente esagerata che il titolare, Fabio Ruvolo, ha subito contestato. Dando il via a un’odissea che a 3 anni di distanza ancora non si è conclusa. Questa volta la vicenda approdata all’Adico viene dall’altra parte d’Italia: precisamente da Serradifalco, in provincia di Caltanissetta. Ed è tanto più grave perché coinvolge non un privato cittadino ma una cooperativa, la Etnos, che si occupa di recupero di ragazzi e bambini con disagi di tipo sociale.
«La vicenda che mi sta togliendo la vita ha come protagonista Eni – spiega il dottor Ruvolo – e due fatture di importo complessivo di 5.352,59 euro. Il 21 novembre 2008 è stata data lettura certa da parte degli operatori di Eni del contatore della cooperativa, che segnava un consumo di 1.018 metri cubi di gas. Il 25 febbraio 2009, quindi esattamente 3 mesi dopo, segnava un consumo di 7.1.26 metri cubi». Quindi da novembre a febbraio la cooperativa siciliana, secondo Eni, ha consumato ben 6.108 metri cubi di gas: «Una quantità a dir poco esagerata in un arco di tempo così basso, e in un piccolo spazio in cui i volontari della mia cooperativa svolgevano assistenza a ragazzi di strada» precisa il titolare. A suo avviso all’origine della sovrafatturazione c’è stato un problema tecnico, non certo un consumo di tale entità: una seconda lettura fatta il 2 dicembre 2008 infatti segnava un consumo di 1.039 metri cubi, mentre meno di un mese dopo, il 5 gennaio 2009, le cifre sul contatore erano già schizzate a 6.965 metri cubi: quindi quasi 5.000 metri cubi erogati in pochi giorni. «A quel punto ho segnalato l’anomalia a Italgas ed Eni, perché nel contatore i numeri rossi erano in continuo movimento e ciò indica di certo un problema».
E qui iniziano i problemi: mesi e mesi di telefonate con il call center Eni (questa pratiche infatti non a caso lasciano poca traccia scritta e si svolgono principalmente a voce), durante le quali a parole gli operatori si mostrano disponibili, ma nulla si muove: anzi, alla fine al dottor Rupolo viene detto che il gas era stato comunque consumato e che quindi non gli restava che pagare. Ma il titolare della cooperativa con sede legale a Caltanissetta non ci sta: dopo aver cambiato il contatore e disdetto il contratto con Eni, cambia operatore e si prepara a contestare le fatture. Il tempo passa e si arriva al 22 settembre 2011, data in cui viene spedito l’ennesimo fax a Eni in cui si chiedono chiarimenti in merito alle due fatture incriminate: ma la risposta lascia poco margine visto che ribadisce come la lettura, secondo la società fornitrice, sia stata “correttamente calcolata”.
A quel punto la cooperativa si rivolge ad Adico Associazione Difesa Consumatori: «Siamo orgogliosi di ricevere richieste di aiuto non solo dal Veneto, ma anche da territori molto lontani e diversi dal nostro come è la Sicilia. E questo dimostra come Adico lavori con serietà e la sua reputazione cresca e si rafforzi su tutto il territorio nazionale. In questi casi comunque non resta che contestare le fatture diffidando Eni e, in caso l’azione non abbia successo, attendere la cartella esattoriale per poi fare opposizione – spiega il presidente di Adico Carlo Garofolini – ci troviamo di fronte all’ennesimo sopruso ai danni dei cittadini, ancora più odioso in quanto si tratta di una cooperativa sociale, un soggetto senza fini di lucro che opera in aiuto di persone in difficoltà. Non si tratta di non voler pagare quanto consumato, perché è chiaro che da novembre a febbraio dei consumi ci saranno stati – precisa ancora Garofolini – ma dovrebbe essere un diritto del consumatore chiedere e ottenere una verifica dei conteggi. Invece gli operatori, essendo in posizione dominante, ignorano le legittime e sempre più frequenti richieste dei cittadini che non ci stanno più a subire, e pagare, in silenzio». Conclude infatti Fabio Rupolo: «Mi trovo in seria difficoltà anche perché cifre di questo genere per una cooperativa sociale sono difficili da reperire ma sarei anche disposto a chiedere un prestito se avessi la piena consapevolezza che si tratti di un pagamento giusto». Consapevolezza che, neanche a dirlo, non c’è.
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