sabato 17 dicembre 2011

DIAMO VOCE AI MIGRANTI: RAPPORTO SULLA MIGRAZIONE NEL MONDO 2011 DELL'OIM

Il rapporto dell’OIM afferma che, nonostante la nostra sia l’era con più mobilità umana della storia e nonostante l’importanza che gli viene riconosciuta nel mondo contemporaneo, la migrazione rimane la questione più fraintesa dei nostri tempi.

Di conseguenza, c’è bisogno di un cambiamento sostanziale nel modo in cui parliamo di migrazione, specialmente nei momenti di maggior crisi economica durante i quali il discorso politico, i media e l’opinione pubblica sulla natura tendono ad essere negativi sullo scopo e sull’impatto socio-economico della migrazione.

E’ fin troppo evidente come la migrazione diventi spesso, nei paesi di accoglienza, il capro espiatorio per mascherare le incertezze e le paure comuni riguardo la disoccupazione, il diritto alla casa e la coesione sociale. La migrazione inoltre può anche essere stigmatizzata a causa della perdita di capitale umano nei paesi d’origine, e per la dipendenza economica che sviluppa”, afferma William Lacy Swing, Direttore Generale dell’OIM.

Il report sottolinea come una comunicazione distorta sulla migrazione contribuisca a diffondere sentimenti anti-migranti, che recentemente sono tornati in voga in molte parti del mondo. Stereotipi dannosi, discriminazione o addirittura xenofobia sono riapparsi nelle società dei paesi di destinazione, risultando in controversie sul valore stesso della multiculturalità.

Tuttavia, il Rapporto OIM non invita ad un approccio acritico sulle questioni migratorie. Una discussione aperta sulla migrazione significa capire ed affrontare direttamente quello che determina la paura delle persone e la loro disposizione negativa che emerge dai sondaggi, di modo da ridurre l’ostilità pubblica verso questo tipo di argomenti.

"Informare accuratamente sulla migrazione il grande pubblico potrebbe essere il solo e più importante strumento politico in tutte le società che si trovano ad affrontare una sempre maggiore diversità”, aggiunge Swing.

Nell’analisi della percezione pubblica dei migranti e del fenomeno migratorio, il Word Migration Report mostra nei paesi di accoglienza si tende a sovrestimare in maniera significativa la quantità di popolazione migrante, a volte fino al 300% in più. Per esempio, nel 2010 la percentuale di migranti in Italia era del 7%. Nonostante questo, i sondaggi mostravano come la popolazione percepisse questa percentuale addirittura al 25%.

In modo simile, negli Stati Uniti una ricerca mostrava come nel 2010 la gente percepisse la percentuale di migranti nella popolazione al 39%, mentre invece arrivava solo al 14%.

Il Rapporto mostra come il comportamento verso i migranti è enormemente influenzato dallo status socio-economico, dall’età e dal livello di istruzione e dal livello di interazione con i migranti.

In Germania, un sondaggio del 2009 mostra come il 65% dei giovani affermi di avere un atteggiamento più positivo verso la migrazione perché interagisce regolarmente con i migranti.

Un altro elemento che influenza l’attitudine della popolazione - e conseguentemente i risultati dei sondaggi - è la percezione della disoccupazione e la convinzione che i migranti rubino posti di lavoro ai cittadini.

In ogni caso, nel Rapporto si sottolinea come anche i sondaggi di opinione possano essere poco attendibili perché spesso gli intervistati non hanno un’idea chiara su cosa e chi sia un migrante. Inoltre, si pone l’accento sul fatto che i sondaggi e i report prestino raramente attenzione e non danno quasi mai voce ai datori di lavoro, che rimangono attori chiave nell’attuale scenario della migrazione globale.

Il Rapporto sulla Migrazione nel Mondo suggerisce di integrare il discorso sulla diversità nei media generalisti e di incoraggiare i migranti ad utilizzare i nuovi strumenti dei social media per facilitare l’integrazione e far sì che i migranti siano sempre in contatto sia con le proprie comunità di origine sia con quelle ospitanti.

E’ indubbio che una narrazione bilanciata da parte dei media sia di primaria importanza per favorire un dibattito sulla migrazione più illuminato, ma anche i migranti devono trovare il modo di prendere parola e raccontare le proprie storie. Troppo spesso percepiti come passivi, indifesi e marginalizzati, i migranti sarebbero visti per quello che sono: padroni del proprio destino”, afferma il Direttore Generale Swing.

Il Rapporto sottolinea come, quando si parla di migrazione, ci sia davvero bisogno di comunicare in maniera efficace, dato che la gestione di questo fenomeno implica spesso la gestione del modo in cui i migranti sono percepiti nella società.

Iniziative finanziate dalla Comunità Europea come Migrants in the Spotlight, che hanno riunito insieme migranti e professionisti dei media in paesi come Repubblica Ceca, Ungheria, Lettonia, Lituania, Romania e Slovacchia, offrono uno scorcio di quello che potrebbe esser fatto per promuovere un dibattito sulla migrazione più informato e consapevole.

Nel nostro mondo sempre più interconnesso, comunicare la migrazione in maniera efficace è fondamentale per far comprendere che è al tempo stesso una realtà e una necessità. Se gestita in modo intelligente ed umano, la migrazione è anche preferibile”, afferma Swing.

Il Rapporto include anche un’analisi delle tendenze migratorie e delle principali linee politiche nel 2010/2011. In occasione del 60° Anniversario dell’OIM, una sezione speciale del report è dedicata ad una prospettiva storica del lavoro dell’Organizzazione, in termini di politica e operazioni. Una statistica generale degli ultimi dieci anni dei programmi OIM completa il volume.

Nessun commento:

Posta un commento