sabato 24 dicembre 2011

LETTERA PER UN BUON NATALE DI CAMBIAMENTO

Care italiane e italiani,
è stato un anno molto difficile per il nostro Paese. C'è una crisi terribile che ha reso molta gente ancora più povera, e che ci fa guardare tutti al futuro più con paura che con speranza. Oggi è la vigilia di un Natale poverissimo per l’Italia e quello che dovrebbe essere un periodo di gioia e feste è invece mortificato dalla crisi.

Questa crisi non è colpa solo di alcuni di noi italiani.

E’ una crisi globale e all'origine ci sono l’avidità e la miopia di chi, in tutto il mondo, ha pensato solo a diventare sempre più ricco alla faccia di tutto il resto e di tutti gli altri.
In Italia c'è stato e c'è chi ha reso questo crisi più dura e più difficile da risolvere. Fino a poco fa c'è stato un governo che faceva solo leggi a vantaggio del proprio presidente del consiglio invece di rimboccarsi le maniche per affrontare la crisi. Così l'ha fatta degenerare.

Adesso dobbiamo vigilare sul lavoro del primo ministro Monti, magari facendolo incontrare con il professor Monti. Perché sembra che non dicano le stesse cose.

Il presidente Monti sta somministrando la cura sbagliata, perché rende la gente sempre più povera e così condanna il nostro Paese alla recessione, che vuol dire disoccupazione, miseria e rende impossibile lo sviluppo. 

Noi faremo la nostra parte, che è quella di girare in lungo e in largo il Paese andando a vedere con i nostro occhi come stanno i lavoratori e i cittadini in difficoltà. 

Negli ultimi mesi siamo stati con i 20mila precari del corpo dei vigili del fuoco, che dal primo gennaio resteranno disoccupati lasciando il territorio del tutto sguarnito di fronte alle emergenze. Siamo stati con i lavoratori di Termini Imerese, che la Fiat ha gettato in mezzo a una strada chiudendo lo stabilimento. Con i dipendenti della Wind, che il 20 gennaio manifesteranno perché non vogliono essere precarizzati e licenziati.

Con i 1500 operai di Fincantieri minacciati dalla disoccupazione. Con i 1000 dipendenti dei treni notte che da settimane stanno sui tetti perché Trenitalia li vuole sostituire con i francesi. Con le decine di migliaia di precari che da anni fanno funzionare la scuola e che in cambio continuano a ricevere solo sganassoni.

Questa è la crisi, non un bilancio astratto. Non si può continuare a giocare con le cifre come se dietro non ci fossero le vite di milioni di donne e uomini.

Nel nostro Paese ci sono stati, nell'ultimo anno, anche grandi cambiamenti che hanno suscitato grandi speranze: penso alla primavera delle amministrative ai referendum di giugno, alla raccolta di firme contro la legge elettorale di quest’estate fino alla caduta, a novembre, di Silvio Berlusconi.

In tutte queste piccole e grandi vittorie noi dell'Italia dei Valori abbiamo avuto una parte molto importante e ne siamo orgogliosi, perché abbiamo sempre interpretato il nostro ruolo come quello di uno strumento per migliorare la realtà. 

Il cambiamento è possibile e a portata di mano. Proviamoci insieme. 

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