IL GOVERNO DEI BANCHIERI VARA UN DECRETO “SALVABANCHE” NON “SALVAITALIA”, CON LA GARANZIA STATALE SUI BOND, L’OBBLIGO DI APERTURA DEI CONTI CORRENTI BANCARI E7O POSTALI,ICI DI FAVORE A BANCHE ED ASSICURAZIONI ! ADUSBEF IMPUGNERA’ ALLA CONSULTA L’OBBLIGO APERTURA DEI CONTI CORRENTI.
Più che un decreto “salva-Italia”, è una manovra smaccatamente “salva banche”, con la garanzia statale sui bond bancari, l’obbligo di aprire un conto corrente imposto a 6-7 milioni di cittadini e di pensionati scambiati per evasori, che hanno il diritto di libera scelta se cadere o meno nelle grinfie dei banchieri, la rivalutazione di favore degli estimi catastali (20%) a banche ed assicurazioni, rispetto al 60% delle abitazioni delle famiglie e dei comuni mortali.
Nessuno, neppure lo Stato può imporre ai cittadini l’obbligo di aprire un conto corrente bancario, che costa in Italia 295,66 euro,contro una media di 114 euro dell’Europa a 27,o di utilizzare una carta di credito per ingrassare quegli stessi banchieri che dopo aver provocato la crisi, sfornano ricette a loro uso e consumo per addossarne i costi a lavoratori e pensionati in regola con gli adempimenti fiscali, continuando a perpetrare l’ideologia del debito ed un principio di imprudenza ed avventatezza economica, che consente di ipotecare il reddito che si guadagnerà dopo decenni ed addirittura quello dei propri figli con l’uso massivo della monetica.
Le banche italiane – ha detto il presidente dell’Abi Mussari- sono disponibili a ragionare su un conto corrente a zero spese per i pensionati al minimo e sui costi delle carte di credito alla luce delle misure del Governo, ma non sono disponibili a dare gratuitamente servizi che costano alle imprese bancarie, evidenziando che quelli collegati alle carte di credito, sono servizi che hanno dei costi, dei rischi, che vanno remunerati come qualsiasi altro servizio offerto dalle imprese, confermando i sospetti sulla trappola insita nell’art.12 del decreto, che sarà impugnato dall’Adusbef alla Consulta qualora non venga eliminato il comma che impone di riscuotere pensioni superiori a 500 euro (portati a 980 euro dopo le nostre vibrate proteste) tramite i canali bancari e/o postali.
Se la tracciabilità è sacrosanta per combattere l’evasione, non si capisce la compatibilità di un comma che obblighi la riscossione delle pensioni tramite conto corrente bancario e/o postale con quanto previsto dal comma 1 dell’art.12: “al fine di rafforzare i meccanismi di prevenzione dell’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio di proventi illeciti”, a meno che non si consideri la pensione dei vecchi frutto di riciclaggio.
La crisi sistemica è il frutto avvelenato della finanza derivata, dell’azzardo morale dei banchieri, dell’ideologia del debito: “Vivere a credito – dice ZYgmunt Bauman- dà dipendenza come poche altre droghe, e decenni di abbondante disponibilità di una droga non possono che portare a uno shock e ad un trauma quando la disponibilità cessa. Oggi ci viene proposta una via d’uscita apparentemente semplice dallo shock che affligge sia i tossicodipendenti che gli spacciatori: riprendere, con auspicabile regolarità, la fornitura di droga. Andare alle radici del problema non significa risolverlo all’istante. È però l'unica soluzione che possa rivelarsi adeguata all’enormità del problema e a sopravvivere alle intense, seppur relativamente brevi , sofferenze delle crisi di astinenza”.
Imponendo una norma assurda,il Governo dei banchieri non ha capito che per combattere la crisi non serve l’istigazione al debito ed il ricorso massivo all’uso delle carte di credito per ingrassare le banche ed insegnare l’arte di vivere indebitati per sempre, ma nuovi modelli di austerità, senso della misura con il denaro reale ed i guadagni certi,non con il denaro virtuale e l’illusione salvifica della moneta di plastica,perché la filosofia di vite a debito ed al di fuori delle proprie possibilità, è foriera di gravi disastri che stiamo già pagando a caro prezzo.
Elio Lannutti (Presidente Adusbef)
Fonte: Adusbef
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