Adesso è anche scritto, nero su bianco, nel lavoro della Commissione Giovannini: i parlamentari italiani sono quelli con i privilegi più alti d’Europa. Cosa aspettiamo a tagliarli?
Perché quando si tratta di far pagare i pensionati, i lavoratori e le classi più povere, il Parlamento trova subito l’accordo trasversale (come nell’ultima manovra), mentre quando si tratta di tagliare i propri privilegi, deve aspettare gli esiti di una “commissione”.
Che senso ha stare in Europa se un parlamentare spagnolo guadagna 2200 euro al mese e va in pensione come tutti gli altri cittadini, mentre quello italiano è una sorta di alieno rispetto ai suoi elettori?
Bene, noi ci abbiamo provato e ci riproveremo ancora, in Parlamento, a presentare una proposta per tagliare i costi della Casta, e questa volta non riusciranno a farla franca. Il Parlamento non potrà trovare scuse per non votare i tagli ai suoi privilegi, come ha fatto quando l’Italia dei Valori ha proposto l’abolizione dei vitalizi dei deputati: 22 si (tutti dell’IdV) e 498 no (tutti gli altri). Questa volta hanno addosso gli occhi del Paese, i cittadini italiani non permetteranno che la facciano franca di nuovo.
Come non permetteranno che si rinunci a tagliare i costi del mantenimento delle Province. Il Parlamento voti subito la nostra proposta di legge popolare (che più di 400.000 cittadini hanno firmato) per l’abolizione degli sprechi derivati da questo ente territoriale inutile e obsoleto.
Il nostro impegno contro la Casta non è storia di queste settimane, in cui tutti si stanno scoprendo cavalieri bianchi in difesa dell'equità (solo a parole, però...). E questo impegno si riflette nella nostra presenza in Parlamento, che cerchiamo di rendere significativa con il nostro lavoro. Del resto non è un caso cheOpenpolis, nel suo rapporto sull'attività delle Camere, indichi ancora una volta l'Italia dei Valori come il gruppo con il maggiore indice di produttività in termini di attività parlamentare, sia alla Camera che al Senato.
Nè che sia proprio un nostro deputato, Antonio Borghesi, il primo nella speciale "classifica". Nè che io mi ritrovi primo tra i segretari di partito. Non sono casi, sono la diretta conseguenza di un impegno che non termina nei sit-in, nelle manifestazioni, nelle raccolte di firme, ma continua all'interno dei palazzi del potere, cercando di avvicinare ogni giorno di più quei palazzi al mondo reale, ai cittadini, che rimangono il nostro riferimento imprescindibile.
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