martedì 11 gennaio 2011

CRACK LEHMAN BROTHERS: ADUSBEF OTTIENE SENTENZA DI CONDANNA PER BANCA INTESA

CRACK LEHMAN BROTHERS: ADUSBEF OTTIENE SENTENZA CONDANNA BANCA, CHE OLTRE A RISARCIRE 474.000 EURO, PIU’ LE SPESE LEGALI, CENSURA “PATTI CHIARI”, CONSORZIO FRAUDOLENTO DELL’ABI, CHE PUBBLICIZZAVA ED  ASSEGNAVA LA MASSIMA AFFIDABILITA’ AD OBBLIGAZIONI SPAZZATURA ! 

A poco più di due anni dal crack della Lehman Brothers (14 settembre 2008), che bruciò i risparmi di una vita a migliaia di famiglie, le grandi banche italiane,che dietro lo scudo di Patti Chiari, un consorzio fraudolento messo in piedi dall’Abi per offrire consigli degli acquisti di titoli tossici con il bollino della massima affidabilità, cominciano a pagare il conto subendo sonore sconfitte giudiziarie in Tribunale,come la prima sentenza n.7674/2010 emessa dal Tribunale di Torino, Prima Sezione Civile, dott.ssa Stefania Tassone.

La pronuncia del Tribunale,che ha accolto integralmente le richieste dell’avv. Cecilia Ruggeri (*), delegata Adusbef di Torino, ha condannato la Banca Intesa-San Paolo a risarcire 474.000 euro, il sudatissimo risparmio di una intera vita di lavoro di una famiglia,investito in titoli tossici Lehman Brothers quali obbligazioni reclamizzate con il massimo dell’affidabilità, sia dalla banca che dal Consorzio Patti Chiari dell’Abi,che al contrario riteneva rischiosi i titoli di Stato italiani.

a) la dicitura che compariva sugli ordini di borsa delle banche che aderivano al Consorzio Patti Chiari ("il titolo fa parte dell'elenco di obbligazioni a basso rischio-rendimento emesso alla data dell'ordine e redatto nell'ambito del progetto “PattiChiari”. “N.B. in base agli andamenti di mercato il titolo potrà uscire dall'elenco successivamente alla data dell'ordine. Il cliente sarà tempestivamente informato se il titolo subisce una variazione significativa del livello di rischio” ) avrebbe determinato un autonomo impegno dell'intermediario ad informare il cliente circa l'andamento del livello di rischio del titolo Lehman e non era in alcun modo connesso all'uscita del titolo Lehman dall'elenco delle obbligazioni a basso rischio dei Patti Chiari;

b) prima della dichiarazione di insolvenza del Gruppo Lehman si sarebbe manifestato un aumento del livello di rischio del titolo culminato, a pochi giorni dal default, in una significativa riduzione del prezzo di tali obbligazioni che avrebbe dovuto far scattare l'obbligo informativo contenuto nell'ordine di acquisto;

c) la Banca non avendo rispettato tale obbligo è responsabile della perdita patrimoniale dell'investitore.

“Le banche,come hanno relazionati ai giudici alcuni periti, tramite indicatori finanziari non noti, né facilmente accessibili ai consumatori, sapevano del rischio default della banca americana e, nonostante ciò, hanno continuato a vendere le obbligazioni Lehman spacciandole per ‘sicure’”.I Cds (Credit Default Swap) sui prodotti Lehman, in sostanza – sostiene Adusbef – una specie di assicurazioni contro il rischio fallimento dell’emittente, all’inizio di marzo 2008 si impennarono (a dimostrazione del rischio fallimento) fino a raggiungere la punta massima di 430 punti base; punta raggiunta anche in altri periodi fino a salire vertiginosamente, per poi arrivare al default.

Per “Patti Chiari”, il consorzio dell’Abi che è stato chiamato a rispondere in giudizio in tutte le cause intentate dall’Adusbef per danni ai risparmiatori investitori, mentre non erano affidabili titoli di Stato italiani,come i BTP, erano affidabilissimi i titoli Lemhan, che come confermato da perize CTU già almeno 8 mesi prima del crack,le banche erano al corrente del rischio del fallimento della banca americana Lehman Brothers e, ciò nonostante, continuavano a vendere obbligazioni dandole per sicure, tanto é vero che erano ricomprese nel paniere ‘basso rischio – basso rendimento’ del consorzio interbancario ‘Patti Chiari istituito dall’Abi. Tre su cinque di questi titolo sono stati nel paniere di “Patti Chiari” tra le obbligazioni a basso rischio sino al 15 settembre 2008 quando uscirono per la grottesca motivazione –si legge testualmente sul sito - Titolo uscito per incremento siginificativo di rischiosità ! Le due maggiori banche italiane UNICREDIT e INTESA SAN PAOLO, attraverso la loro vasta rete, hanno catturato ancora una volta i malcapitati clienti per avergli piazzato i titoli Lehman per conto dei due incaricati: Banca IMI S.p.A. (Intesa Sanpaolo) -- HVB AG (Gruppo UniCredit). Mentre il rating applicato dalle tre sorelle alla banca dei fratelli Lehman, fino al 18 luglio 2008 era di notevole affidabilità: “A2” per Moody’s, “A” per Standard & Poor’s, “A+” per Fitch, le tre sorelle del rating corresponsabili del crack per non averlo segnalato in tempo e che il 15 settembre 2008, avevano declassato a negativo i loro voti. 
Elio Lannutti (Presidente Adusbef)

Nessun commento:

Posta un commento