sabato 8 gennaio 2011

MAFIA: DUE BRUTTE NOTIZIE

di Elio Veltri
Dalle finte confische urlate da Maroni all'ennesima nomina delle giunta Formigoni per la direzione di un'Asl lombarda.

Nei giorni scorsi Il ministro della giustizia Alfano e Il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Palamara hanno polemizzato perchè mancando i soldi per il funzionamento del sistema informatico della giustizia si rischiava la paralisi totale: nemmeno il rilascio di un certificato penale sarebbe stato possibile. Le cifre necessarie erano davvero risibili perchè si trattava di pochi milioni di euro e il ministro le aveva chieste a Tremonti il quale non ha nemmeno risposto. Poi Alfano ci ha messo una pezza facendo una variazione di bilancio del suo ministero. 

Cosa c'entra la mafia? C'entra eccome perchè a più riprese Maroni e Alfano hanno sottolineato l'aumento delle confische dei beni e dei soldi delle cosche e l'istituzione del fondo Unico della Giustizia( FUG) nel quale confluisce il 49% dei soldi confiscati, ripartiti equamente tra i due ministeri. Maroni ha fornito cifra mirabolanti: l'1-9-2010 ha detto che erano stati confiscati 2 miliardi e 200 milioni di Euro in denaro contante. Solo che quei soldi in realtà non c'erano perchè, come si fa sempre prendendo in giro gli italiani, i soldi non erano stati confiscati ma solamente sequestrati e quindi inutilizzabili fino a confisca avvenuta. 

La somma mirabolante di Maroni era di 632 milioni di euro e solo il 25% era stato ripartito tra i due ministeri e cioè 79 milioni a testa.

Un piccolo imbroglio per rassicurare gli italiani sull'efficacia della lotta alla mafia. Quando, solo, e non mi stancherò mai di ripeterlo, il 5-6 % dei beni e dei soldi viene effettivamente confiscato e di questi solo il 25 % viene utilizzato. Come si vede le bugie hanno le gambe corte.

La cosa più incomprensibile però è il silenzio delle opposizioni sul merito del problema. Forse perchè non sono documentate. Ma noi potremmo scrivere delle dispense gratuitamente, ammesso che non vogliano lasciare il monopolio della lotta alla mafia al governo attuale. 

La seconda notizia è anche più brutta e riguarda la nomina di Formigoni e della Giunta regionale del direttore dell'ASL n. 2 di Milano, una delle più grandi d'Italia, Pietrogino Pezzano, calabrese come me, ma ritratto insieme a due boss di tutto rispetto della Ndrangheta, Saverio Moscato e Candeloro Polimeno, come documenta l'indagine del 13 luglio diretta dalla dottoresse Bocassini. 

I nominati nelle ASL lombarde, con una lottizzazione di fronte alla quale i metodi della vecchia DC sarebbero sembrati metodi da bambini inesperti , sono stati 45 e Formigoni aveva anticipato che "sarebbero stati scelti uomini in sintonia con la Regione". 

Se lo dice lui! Secondo l'avvocato Neri, capo della ndrangheta lombarda, quello che ha presieduto la riunione nel centro Falcone e Borsellino di Paderno Dugnano, "Pezzano è uno che si muove bene" e nuota come un pesce nel brodo della politica regionale. Se lo dice Neri che se ne intende non saremo noi a metterlo in dubbio.

Speravamo che il caso Chiriaco, il potente direttore sanitario dell'ASL di Pavia, in galera da mese di luglio per concorso in associazione mafiosa, fosse una eccezione dovuta ad un grave errore della giunta Formigoni e del suo assessore regionale. Invece sembra essere un brutto vizietto.





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