giovedì 13 gennaio 2011

PD, MODEM CONTRO BERSANI IN DIREZIONE NAZIONALE

Movimento democratico voterà contro la relazione del segretario Pier Luigi Bersani alla direzione del Pd. Lo ha annunciato, a nome del gruppo dei cosiddetti veltroniani, Paolo Gentiloni al termine del suo intervento.

Gentiloni ha criticato l’impostazione della relazione di Bersani, a partire dalla questione Fiat: “Dobbiamo stare – ha domandato – dalla parte di Marchionne? Non è questo il punto. Ma il Pd dovrebbe essere a sostegno del ‘sì all’accordo di Mirafiori in maniera esplicita”.

Per quanto riguarda poi il tema delle alleanze, Gentiloni ha invitato il partito ad “evitare di rinchiudersi all’angolo”. “E’ giusto guardare avanti – ha proseguito riferendosi all’invito fatto da Bersani e da Franceschini – però dobbiamo farlo sapendo che l’accordo con il terzo polo non c’è e in ogni caso non ci garantisce sulla possibilità di iscrivere in questa ricerca dell’accordo la limpida forza riformista che noi rappresentiamo”.

Infine Gentiloni ha affrontato il tema del voto finale: “Io avrei escluso l’esigenza – ha spiegato – di un voto finale Bersani tuttavia lo chiede e noi anticipiamo a questo punto la nostra decisione di votare contro”.

La conta

Era stato il segretario del Pd Pier Luigi Bersani ad aprire la direzione del partito annunciando la richiesta di voto sulla sua relazione per fare “chiarezza” sulla linea del partito. “I prossimi mesi – aveva detto Bersani – decideranno per i prossimi anni. Sono alla ricerca del massimo di unità visto il passaggio delicato ma serve anche chiarezza e chiederò che la direzione assuma una responsabilità attraverso il voto”. Il segretario aveva poi fatto appello all’unità del partito chiedendo ai dirigenti che lo stile di discussione sia “composto e solidale” pena l’indebolimento. “Per la responsabilità che ho – ha detto il segretario Pd – sento la necessità di fare un forte richiamo a uno stile di discussione composto e solidale. Non possiamo accettare che una deriva di stile di questo genere ci indebolisca in un anno di combattimento”. 

Il nodo primarie

“Nessuno le vuole abolire – ha detto il segretario in direzione – ma per salvarle bisogna riformarle. Anche chi fa appelli perché si prosegua nel metodo delle primarie deve ammettere che serve una riflessione su come funzionano”. Nella sua analisi Bersani ha sottolineato che in questi anni non è mancato un “capo” nella politica italiana e nei suoi partiti, ma una maggioranza che facesse le riforme. La risposta a questo problema, dunque, non può essere un eccesso di capi. Per questo servirà un grande appuntamento nel 2011 sul ruolo del partito, sulle sue forme e sulle sue finalità.

Il segretario pensa a una conferenza nazionale, che coinvolga tutti i circoli, da tenere entro la fine di quest’anno. L’obiettivo, ha spiegato alla direzione del Partito democratico, è “una discussione che parta dalla testa. Bisogna cioè parlare della democrazia che abbiamo in mente e dell’evoluzione democratica in Italia”. Bersani è tornato ad attaccare il populismo del Pdl. “Potevamo anche chiamarci Popolo democratico, ma abbiamo scelto Partito democratico e siamo gli unici ad averlo fatto”, ha sottolineato. “Questo avrà qualche legame con il fatto che vogliamo lottare contro il populismo?”, ha spiegato, “avrà qualche legame con il fatto che Berlusconi vuole chiamare Italia il suo partito? In attesa che Berlusconi lo chiami ‘mamma’…”

Nessun commento:

Posta un commento