domenica 2 gennaio 2011

VENDOLA E I CAVALLI LENTI

di Bartolomeo Paolini – Megachip.
«Per me non c'è la possibilità che esista la sinistra se non mette al centro la dignità di chi lavora. Non capisco neppure cosa possa essere la sinistra al di fuori di questa dimensione». Queste parole, ferme e inequivocabili, le ha pronunciate Nichi Vendola contestando il ricatto di Marchionne e aggiungendo che «avere un giudizio di neutralità o addirittura di consenso nei confronti del ‘modello Marchionne’ significa esser subalterni a una trasformazione autoritaria del capitalismo mondiale e nazionale».   

Bravo Nichi! Parole sante! Per fortuna che abbiamo trovato l’Obama de noantri!    

Ma mentre l’elettore di sinistra si sfrega le mani, tra le macerie della nostra democrazia, perché il nuovo leader sa scaldare i cuori e non solo la poltrona, si insinua nella mente delle persone più lucide un dubbio: chi ha partecipato negli ultimi trent’anni alla distruzione dei diritti del lavoro, dando al processo di innovazione del capitalismo “mondiale e nazionale” caratteri di ineludibilità e necessità storica? E’ stata anche la sinistra: quella cosiddetta riformista, con al traino le sinistre “radicali” amanti del progresso e dello sviluppo.

Bene (si fa per dire). E con chi è che vuole costruire alleanze strategiche Vendola, per rilanciare la centralità del lavoro e dei diritti, e per scalzare dal ponte di comando il Nano Impunito?

Ops! Proprio con quelle forze che, da Amato in poi, hanno stravolto il controllo costituzionale sull’economia privata in Italia, diffondendo la flessibilità a senso unico nel lavoro e l’idea secondo cui solo accettando le esigenze aziendali sarebbe stato possibile innalzare il benessere degli italiani. Si è visto.

Per quanto possa essere forte la sua corsa, la carrozza andrà alla velocità dei cavalli più lenti che si è scelto. E i cavalli del PD oggi vanno al passo di quei sindacalisti che facevano i patti scellerati con il Mussolini degli esordi. A questo siamo.

Ora ci dica, il simpatico Vendola, dove stanno la coerenza delle sue proposte e il senso vero della sua indignazione.

Non si accorge, il nostro leader coccolato dalle televisioni, che lo stile Marchionne è l’esito di un processo storico che vede protagonista tanto la sinistra quanto la destra? Tutti a inseguire la crescita del PIL. E lui dov’era in questi decenni?

Il lettore non creda che le parole di Vendola non siano condivisibili. Le prime dieci sono impeccabili e le abbracciamo in pieno: «Per me non c'è la possibilità che esista la sinistra».

Fonte: http://www.megachip.info

Nessun commento:

Posta un commento