La nuova follia approvata da questo Governo di chiama “Fus” e si tratta dell'ennesima accisa che andrà ad aumentare la benzina di 1 o 2 centesimi al litro – denuncia il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – per cancellare, la contestata tassa di 1 euro sui biglietti del cinema.
L’introduzione del Fus, il Fondo unico per lo spettacolo, costerà carissimo agli italiani. Invece secondo il Ministro Gianni Letta si tratta solo di un piccolo sacrificio che tutti gli italiani saranno lieti di poter fare per salvaguardare lo spettacolo, la conservazione dei beni culturali, gli istituti culturali.
Oggi accise ed iva determinano già per oltre il 50% il prezzo finale del carburante pagato dai cittadini – ricorda Carlo Garofolini – con il primo aumento dell'accisa che risale addirittura alla guerra in Etiopia del 1935 (1,90 lire). Nel 1956 fu la volta della crisi di Suez (14 lire), seguito da altre 10 lire per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963 e da altrettante 10 lire per l'alluvione di Firenze del 1966. Tra il 1968 e il 1980 fu fatta leva ancora sulle accise per far fronte alle emergenze terremoti (10 lire per il Belice del 1968; 99 lire per il Friuli del 1976; 75 lire per l'Irpinia del 1980). Nel 1983 toccò alla guerra in Libano (205 lire), mentre nel '96 per il finanziamento della missione in Bosnia Erzegovina del furono applicate altre 22 lire. L'ultimo rincaro, almeno fino a quello annunciato oggi, risale al 2004: 0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri.
Si tratta dell’ennesimo provvedimento assurdo e gravoso per i consumatori che a causa dei rincari hanno già subito aumenti per oltre 300 euro – conclude nella nota il presidente dell’ADICO – una palese contraddizione in un momento di forte speculazione quando si evocava di intervenire su Iva e accise in modo da ridurre i prezzi dei carburanti. Invece di imporre nuove tasse, dovrebbero essere tagliate di 10 centesimi le attuali accise, per riportare il costo della benzina nella media europea». Considerati i prezzi attuali dei carburanti, giunti alle stelle, e la frequenza con cui un cittadino fa rifornimento, si capisce chiaramente come il sacrificio richiesto agli utenti sia tutt'altro che piccolo, e nessun italiano sarà lieto di dare il proprio contributo.
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