di Luigi Nervo
I fantasmi di Chernobyl alimentano di nuovo le paure degli italiani. È stata rilevata una nube radioattiva diretta verso l'Europa che passerebbe proprio per le regioni settentrionali della Penisola. Ma le autorità assicurano che sarà innocua per la salute delle persone.
«Prima di tutto la nube si mescola ad altra aria non contaminata. Poi -spiega- bisogna vedere se e dove pioverà. Comunque quella pioggia – è la rassicurazione di Giorgio Mattassi, direttore tecnico scientifico dell'Arpa del Friuli Venezia Giulia – non avrà origine giapponese. Non mi aspetto nessuna conseguenza confrontabile con quella provocata da Chernobyl, dove si ebbe la fusione del nucleo». E aggiunge: «La Regione ha sistemi di rilevazione dell'aria, dell'acqua, del suolo, dei sedimenti marini e lagunari e delle produzioni alimentari. In Regione abbiamo una grande esperienza, soprattutto nella valutazione. Sappiamo cioè cosa campionare, dove andare a cercare. Ad esempio, andiamo a cercare i radionuclidi nei funghi piuttosto che nei sedimenti lagunari, perché i miceli dei funghi ne assorbono di più. Poi facciamo i controlli sui campioni in laboratorio, che durano anche diversi giorni, con la strumentazione».
Annunci per non allarmarsi anche da parte del Servizio misure radiometriche del Dipartimento nucleare dell'Ispra: «Al momento non si rilevano assolutamente rischi per la popolazione. L'eventuale esposizione sarebbe molto rapida. Dal 12 marzo abbiamo chiesto di intensificare la misura di particolato atmosferico che è il primo segnale a dire se è in arrivo qualcosa e che tipo di materiale arriva. Se la nube arriva, arriva dappertutto. Noi monitoriamo i flussi d'aria del mondo. I nostri sistemi di sorveglianza sono costituiti da centraline a terra gestite dalle Arpa regionali ed i cui dati sono coordinati dall'Ispra. Il ruolo delle Regioni è importante».
Intanto dal Ministero della Salute sconsigliano l'uso delle pasticche allo iodio per scongirare la possibilità di contaminazioni: «Le compresse di ioduro di potassio non sono antidoti contro le radiazioni – si legge in una note – Non proteggono contro l'irraggiamento (radiazione) esterno o contro altre sostanze radioattive oltre allo iodio. Possono anche provocare complicazioni mediche in alcuni individui come ad esempio le persone con insufficienza renale anche di moderata entità; perciò le donne gravide dovrebbero assumere le compresse di ioduro di potassio solo se istruite in tale senso dalle autorità competenti, in quanto la tiroide di una donna incinta accumula iodio radioattivo con maggiore avidità rispetto ad altri soggetti adulti e poiché‚ anche la tiroide del feto viene ad essere bloccata quando lo ioduro di potassio viene somministrato alla madre».
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