di Moreno D'Angelo
Quei carrelli strabordanti di merci nelle corsie dei supermercati stanno diventando un ricordo del passato. Ora crollano le vendite anche nei supermercati e toccano anche quel comparto più rigido rappresentato dall'alimentare. Persino i discount che fino ad ora avevano tenuto cominciano a denunciare dei cali anche se più contenuti.
Sono i dati diffusi dall'Istat a lanciare l'allarme, registrando una diminuzione del 1,2% per le vendite al dettaglio su base annua.
Infatti,la distribuzione dei prodotti alimentari, rilevata a gennaio 2011, cala dello 0,5%. rispetto a dicembre 2010.
Dunque un inizio anno quanto mai scuro per il commercio. Nel confronto con i dati di un anno fa la grande distribuzione perde lo 0,9% mentre le piccole attività commerciali (negozi) registrano un calo del 1,4%. E' interessante rilevare come tra gli esercizi della grande distribuzione a prevalenza alimentare il calo vendite è del 1,4% su base annua ma che nel confronto tra gennaio 2010 e 2011 le vendite alimentari toccano il -2,7%. Molto più contenuta è la flessione nei discount alimentari (-0,6%).
Nel dettaglio del no food calano del 2,3% casalinghi durevoli e non durevoli. Elettrodomestici, giocattoli, prodotti legati allo sport ed al campeggio scendono del 2%. Anche strumenti musicali e supporti magnetici (cd e dvd) scendono allo stesso livello.
Va in controtendenza il settore delle calzature, degli articoli in pelle e da viaggio che restano sostanzialmente invariati.
E' invece indicativo come anche le vendite di tv e decoder che, trascinate dall'imporsi del digitale terrestre, avevano registrato buoni risultati nel 2010 oggi si stanno uniformando al trend negativo.
Dalla sfilza di dati è importante rilevare che: tra gennaio 2011 e dicembre 2010 il calo dei consumi alimentari tocchi lo 0,5% e il no food scende dello 0,2%. Un calo quanto mai sensibile che non si registrava dall'aprile 2010.
Cifre che si trasformano in una vera e propria cartina di tornasole sulle condizioni di tante famiglie e di tanti single che vivono in Italia.
Disagio e povertà si stanno espandendo a macchia d'olio nel nostro Paese toccando fasce fino ad ora immuni da tali disagi che talvolta sfuggono anche alle rilevazioni statistiche. Oltre ai 'veri poveri' che si rivolgono ai centri caritas per un piatto di pasta, ai giovani precari, si aggiunge la fascia un tempo definita ceto medio e costituita per lo più da cinquantenni che perdono il lavoro o che a seguito di vicissitudini familiari diventano i nuovi poveri delle nostre città.
Fonte: http://www.nuovasocieta.it/
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