Mentre il Governo è latitante, per evitare di restituire ai consumatori il surplus fiscale di 1,5 miliardi di euro incamerato sui rincari, i petrolieri fanno il gico delle tre carte, sulla pelle dei consumatori: fanno finta di abbassare i prezzi delle benzine,aumentando al contrario quelli sul gasolio che si consuma di più ed il cui utilizzo è maggiore.
Difatti oggi,con un euro al massimo storico,invece di abbassare tutti i prezzi,fanno finta di abbattere quelli sulle benzine per aumentare quelli per il gasolio sulla rete dei carburanti, in modo da guadagnarci perfino da questa manovra: i petrolieri con una mano fanno finta di offrire un’elemosina, che si riprendono con i dovuti interessi con l’altra.
Non si capisce perché questa mattina i listini della verde sono così compresi tra 1,551 euro (IP) e 1,564 euro (TotalErg), mentre quelli del gasolio, stanno tra 1,454 euro (Esso) e 1,467 euro (Eni), con l’euro forte che doveva determinare una diminuzione di circa 1,5 centesimi al litro,mentre al sud vengono praticati prezzi di 1,49 euro/litro per il diesel e di oltre 1,60 per la benzina,che determina un aumento secco di 6,5 euro in più per un pieno di gasolio, di 7 euro per un pieno di 50 litri di benzina,dal gennaio scorso.
I consumatori che hanno visto subire un duro colpo al loro potere di acquisto dalle consuete speculazioni dei banchieri che puntano derivati al rialzo sulle materie prime,con rincari e ritocchini sui carburanti, assicurazioni, alimentazione, tariffe elettriche, servizi bancari, autostrade, trasporti, servizi idrici,tarsu, mutui a tasso variabile, treni, caffè e cioccolata, per un controvalore di 1.973 euro a famiglia nel 2011 (in attesa di pagare aumenti delle rate sui mutui indicizzati dal 7 aprile prossimo) aspettano che il Governo, vera e propria ottava sorella, possa intervenire per ammortizzare gli aumenti dei carburanti con l’accisa mobile.
Fonte: www.adusbef.it
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