giovedì 31 marzo 2011

QUANDO LA SCIENZA È CENSURATA. LO STRANO CASO DEL DOCUMENTO DEL NATIONAL CANCER INSTITUTE SULLA CANNABIS E I TUMORI

di Francesco Crestani *

Il 17 marzo scorso il prestigioso National Cancer Institute americano, agenzia ufficiale che conduce e sostiene la ricerca e l'informazione sulle cause, la prevenzione, la diagnosi e la terapia del cancro, ha diffuso un documento sulla Cannabis e i Cannabinoidi nei tumori. Tale documento risulta estremamente interessante in quanto chiarisce molte potenzialità di utilizzo di queste sostanze. Ma la cosa che ha stupito è stata la variazione del testo che si è avuta dopo pochi giorni dalla pubblicazione. La prima versione, infatti, ammetteva la possibilità di un utilizzo non solo sintomatico, ma anche realmente terapeutico dei Cannabinoidi, ovvero che la Cannabis non solo riduce la nausea e il dolore, ma che può anche far regredire la malattia.    

La prima versione infatti riportava:

I potenziali benefici della Cannabis medicinale per le persone affette da cancro includono gli effetti antiemetici [antivomito, n.d.r.], la stimolazione dell'appetito, la riduzione del dolore e il miglioramento del sonno. Nella pratica della oncologia integrativa [cioè basata anche su medicine complementari] il professionista della salute può raccomandare la Cannabis terapeutica non solo per la gestione dei sintomi ma anche per i suoi possibili effetti direttamente antitumorali. 

La versione emendata recita:

I potenziali benefici della Cannabis medicinale per le persone affette da cancro includono gli effetti antiemetici, la stimolazione dell'appetito, la riduzione del dolore e il miglioramento del sonno. Sebbene non esistano indagini rilevanti sulle modalità di applicazione pratica, sembra che i medici che curano i pazienti affetti da tumore e che prescrivono la Cannabis medicinale lo facciano soprattutto per la gestione dei sintomi.

Sappiamo che gli articoli scientifici, specialmente se si tratta di documenti ufficiali, sono ponderati letteralmente parola per parola prima di essere pubblicati. In questo caso, poi, è presumibile che l'articolo sia stato redatto da scienziati di primo livello, tra i massimi esperti nel campo. Dobbiamo quindi pensare che questi ricercatori abbiano commesso un madornale errore? O forse qualcuno è intervenuto a posteriori per "ammorbidire" il documento?

In ogni caso la rassegna riporta molte informazioni interessanti, e le conclusioni sono tutte meritevoli di essere approfondite. Ne parleremo in un prossimo articolo. 



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