Se ne vanno al mare. E non a Fregene o a Follonica. Sarebbe freddo ma soprattutto non sarebbe chic. Secondo il quotidiano multimediale Affaritaliani, diversi esponenti politici, sono stati avvistati alle Maldive, dove hanno trascorso le vacanze natalizie nelle più costose camere d’albergo.
Tra questi i leader del Terzo Polo, maggiori sostenitori del governo tecnico (ultraliberista) del Professor Mario Monti, cioè Francesco Rutelli e Pierferdinando Casini. A loro si aggiungono Stefania Craxi e Renato Schifani, presidente della Camera. Si parla di alloggi del calibro di 2550-5000 euro a notte, cioè dai due ai cinque stipendi di un semplice dipendente pubblico e dai tre ai cinque e mezzo di un operaio della Fiat, calcolato in base al parametro “Marchionne”, un criterio a lungo elogiato da tutta la classe dirigente presente in Parlamento, con poche eccezioni. La vulgata liberale del “ognuno coi suoi soldi fa ciò che vuole” non ha alcun senso, tanto più in questo caso: nessuno può fare tutto ciò che vuole. Mai.
Sopratutto dal momento che i soldi percepiti dai politici in quanto politici derivano completamente dalle imposte fiscali percepite dalle tasche dei lavoratori e dei pensionati italiani. E a maggior ragione in periodi di crisi come questo, dove la tecnocrazia al governo si accinge ad imporci una delle più pesanti stangate su fisco e consumi mai registrata da trent’anni a questa parte. Così, mentre in televisione le facce dei parlamentari si mostrano contrite e rammaricate, nel privato i sorrisi abbondano come i tuffi nell’Oceano Indiano.
Fa sorridere anche la notizia di un controllo-blitz delle Fiamme Gialle a Cortina, tanto per diffondere la illusoria percezione che “anche i ricchi vengono intercettati dallo Stato”. Sappiamo bene che lo Stato in Italia non c’è più, che nel nostro Paese ormai esiste solo un’amministrazione non-eletta controllata dalla BCE e “per competenza” dalla Federal Reserve e dal FMI.
Le classi più agiate infatti se la ridono: in assenza di una seria tassa patrimoniale e di una seria azione militare contro i grandi evasori, contro le rendite faraoniche e contro l’usura del sistema bancario, le differenze di classe tenderanno ad aumentare ancora di più, garantendo ad un 30% degli italiani (forse anche meno) di continuare a vivere su standard di alto livello, mentre tutta la restante parte dovrà sostenerne gli altissimi consumi con sforzi che condurranno intere famiglie sul lastrico, provocando tragedie come già successo nei sessanta casi documentati di suicidio per insolvenza provocati dall’azione fiscale di Equitalia. Alla faccia che la lotta di classe “era finita”.
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