di Giancarlo Bottone
Non si tratta di un refuso, purtroppo: in maniera silenziosa e senza alcun tipo di pubblicità il prezzo della “benzilpenicillina benzatinica”, prodotta dalla “Biopharma s.r.l”, è effettivamente aumentato in pochi mesi, passando da 2 a 24 euro.
Tutto è incominciato nel maggio 2011, quando la società farmaceutica italiana, con sede a Santa Palomba, zona sud della Capitale, ha deciso di vendere il prodotto in un nuovo formato: non più due flaconi da miscelare, dunque, ma una siringa pronta per l’uso. Da ciò è derivato un aumento tale del costo del farmaco che il Servizio Sanitario Nazionale si è visto costretto a eliminarlo dalla fascia mutuabile per inserirlo nella fascia “C”, che contiene i medicinali con obbligo di ricetta medica interamente a carico del cittadino. Ora, l’SSN prevede che nel momento in cui esista sul mercato un farmaco equivalente ma di prezzo minore, il paziente potrà scegliere quello più economico, anche se non prescritto nella ricetta. E qui sorge il problema:<>. Dunque il farmaco risulta indispensabile per la cura della febbre reumatica, che colpisce soprattutto i bambini dai 5 ai 15 anni, e per la cura della sifilide, una delle più diffuse malattie a trasmissione sessuale: quest’ultima prevede in particolare una cura di ben sei iniezioni, per un totale di 144 euro.
La dottoressa Reggini, appassionata di giornalismo e di medicina, ha aperto nel settembre scorso un blog dal titolo “Mens sana in corpore sano”( http://sturmunddrang.over-blog.it/): è stata lei a lanciare l’allarme in questi ultimi giorni, rivolgendosi allo “Sportello dei diritti”( http://www.sportellodeidiritti.org/), un’associazione nazionale senza fini di lucro fondata da Giovanni D’Agata, che ha prontamente diffuso il comunicato della notizia. <>. Ad occuparsi della questione, oltre alla trasmissione citata dalla dottoressa, ci hanno provato alcuni mesi fa il “Corriere della Sera” con una denuncia da parte di un cittadino, e “la Repubblica” con un articolo sull’allarme sifilide: tuttavia la situazione è rimasta invariata, e le lamentele sono proseguite soltanto in rete, senza alcun tipo di sfogo concreto, mentre chi ha avuto la possibilità si è rivolto a farmacie estere, dato che in tutto il resto d’Europa il farmaco viene venduto ancora a pochi euro . Viene quasi da pensare che l’aumento del prezzo del farmaco sia inversamente proporzionale al livello di diffusione della notizia nel tempo.
Unico tentativo fatto a livello istituzionale è stata un’interrogazione al Ministero della Salute presentata il 7 novembre scorso dai deputati Paola Binetti e Nunzio Francesco Testa, entrambi del gruppo parlamentare “Unione di centro per il terzo polo”: dalla banca dati online della Camera l’iter risulta tuttavia ancora “in corso”. <>.
Ecco il link dell’interrogazione parlamentare:
Fonte: http://www.levanteonline.net
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