venerdì 28 dicembre 2012

2012: ANNO NERO PER L'INFORMAZIONE, 88 giornalisti e 47 cittadini-giornalisti uccisi nel mondo


88 giornalisti uccisi (+33%); 879 giornalisti arrestati/fermati; 1.993 giornalisti aggrediti o minacciati; 38 giornalisti rapiti; 73 giornalisti costretti ad abbandonare il proprio Paese; 6 collaboratori dei media uccisi; 47 net-cittadini e cittadini-giornalisti uccisi; 144 blogger e net-cittadini arrestati; 193 giornalisti incarcerati

L’anno 2012 si è rivelato particolarmente cruento e ha registrato un aumento del 33% rispetto al 2011 del numero di giornalisti assassinati nel corso dell’esercizio delle proprie funzioni. Le zone maggiormente interessate sono il Medio Oriente e il Nord Africa (26 morti), seguono l’Asia (24 morti) e l’Africa sub sahariana (21 morti). Il continente americano è l’unico a registrare un calo – seppure relativo – del numero di giornalisti assassinati durante lo svolgimento dell’attività professionale (15 morti).

Il bilancio non è mai stato così negativo dal 1995. In questi ultimi anni, il numero di giornalisti assassinati è cresciuto fino a raggiungere i 67 morti nel 2011, 58 nel 2010, 75 nel 2009. Nel 2007, si era registrato un picco storico con 87 professionisti dei media assassinati, uno in meno di quest’anno. Gli 88 giornalisti che hanno perso la vita nel corso del 2012 sono stati vittime della copertura di conflitti o attentati, oppure assassinati per mano di gruppi legati alla criminalità organizzata (mafia, narcotraffico, ecc.), di milizie islamiche o per ordine di ufficiali corrotti.

Il numero straordinariamente alto di giornalisti assassinati nel corso del 2012 è in prima istanza imputabile al conflitto in atto in Siria, ai disordini in Somalia e alla violenza talebana in Pakistan. L’impunità di cui godono gli autori degli abusi incoraggia la violazione dei diritti umani, in particolare della libertà di informazione” ha detto Christophe Deloire, segretario generale di Reporter senza frontiere.

Gli attacchi vengono perpetrati ai danni degli attori dell’informazione in senso ampio. Oltre agli 88 giornalisti assassinati, i cittadini-giornalisti e i liberi cittadini vengono colpiti in pieno (47 morti nel 2012, 5 nel 2011), in particolare in Siria. Questi uomini e queste donne praticano la professione di reporter, fotografi o registi con il fine di documentare la quotidianità e la repressione. Senza la loro azione, il regime siriano potrebbe imporre un black out dell’informazione in alcune regioni e continuare il massacro a porte chiuse.

Reporter senza frontiere snocciola queste cifre basandosi su dati precisi, raccolti nel corso dell’anno grazie all’attività di monitoraggio delle violazioni sulla libertà di informazione. Questi numeri comprendono i giornalisti e i net-cittadini assassinati nell’ambito del loro lavoro. Report senza frontiere non ha preso in esame i giornalisti o i net-cittadini assassinati nell’ambito strettamente politico o militante, in ogni caso senza alcun collegamento con il lavoro sull’informazione.

Altri casi, per i quali l’organizzazione non è ancora in grado di pronunciarsi, sono al vaglio.

I cinque paesi più letali per i giornalisti


Nonostante l’adozione della risoluzione 1738 del 2006 da parte del Consiglio di sicurezza dell’ONU, che sottolinea la necessità di proteggere i giornalisti in zone pericolose, la violenza contro i giornalisti, soprattutto l’uccisione di giornalisti, continua ad essere una delle più grandi minacce alla libertà di espressione.

Siria – cimitero per fornitori di notizie
Almeno 17 giornalisti, 44 cittadini-giornalisti e 4 collaboratori dei media sono stati uccisi nel 2012.

La sanguinosa repressione di Bashar Al-Assad in Siria ha colpito duramente fi ornitori di notizie, perché sono i testimoni indesiderati delle atrocità commesse da un regime con le spalle al muro. I giornalisti sono stati presi di mira anche da parte di gruppi armati di opposizione, che sono sempre più intolleranti alla critica e pronti a definire i giornalisti come spie se non riflettono il loro parere. A causa della polarizzazione delle fonti d’informazione, la manipolazione notizie, la propaganda, i vincoli tecnici e la violenza estrema a cui sono esposti i giornalisti ei cittadini-giornalisti, chiunque cerchi di raccogliere o diffondere notizie e informazioni in Siria ha bisogno di essere sostenuto da un vero senso di vocazione.

Anno nero per la Somalia
18 giornalisti uccisi nel 2012 in questo paese del Corno d’Africa

Nel 2012 sono stati uccisi in Somalia il doppio dei giornalisti rispetto al 2009. La seconda metà del mese di settembre è stata particolarmente sanguinosa con sette giornalisti uccisi, due dei quali nello spazio di 24 ore, uno ucciso, l’altro decapitato. La maggior parte sono vittime di omicidi mirati o di bombardamenti. I responsabili di questa violenza sono o milizie armate come Al-Shebaab o funzionari governativi locali che vogliono mettere a tacere le fonti di stampa. I giornalisti somali sono oggetti dei vincoli più spaventosi sia nella capitale Mogadiscio che nel resto del paese. La mancanza di un governo stabile in questo stato negli ultimi 20 anni, la violenza endemica e l’impunità generalizzata contribuiscono al triste bilancio delle vittime.

Pakistan, un giornalista ucciso ogni mese 10 giornalisti e 1 assistente dei media uccisi nel 2012 – un campo minato per i media a causa della violenza endemica nelle rappresaglie tra Balochistan e Talebani

Dieci giornalisti sono stati uccisi in Pakistan per il secondo anno consecutivo – quasi uno al mese da febbraio 2010. Il paese al mondo più letale per i giornalisti dal 2009 al 2011 e il Balochistan continua ad essere una delle regioni più pericolose del mondo. Con le sue aree tribali, il suo confine con l’Afghanistan, la sua tensione con l’India e la sua storica caotica politica, il Pakistan è uno dei paesi più complessi del mondo da raccontare. Le minacce terroristiche, la violenza poliziesca, i potentati locali con poteri illimitati e i conflitti pericolosi nelle aree tribali costituiscono ostacoli spesso mortali nei percorsi dei giornalisti.

Giornalisti presi di mira da parte della criminalità organizzata in Messico
6 giornalisti uccisi

La violenza del Messico, che è cresciuta in modo esponenziale durante l’offensiva federale contro i cartelli della droga degli ultimi sei anni, ha come obiettivo i giornalisti che osano parlare del traffico di droga, della corruzione, dell’infiltrazione della criminalità organizzata nel governo locale e federale e della violazioni dei diritti umani da parte di funzionari del governo.

Brasile: dietro le quinte
5 giornalisti uccisi

I trafficanti di droga che operano al confine Paraguay sembrano aver avuto una mano diretta nella morte di due dei cinque giornalisti assassinati in relazione con il loro lavoro in Brasile nel 2012. Entrambi avevano coperto casi di droga. Due delle vittime erano giornalisti bloggers, che spesso scoprono come la minima critica ai funzionari locali può esporli al pericolo.

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