Seguiamo
ancora la vertenza simbolo dei tagli alla sanità pubblica con le parole di chi
la subisce. Sabato il corteo.
Basta! Basta! Basta!
Non ne possiamo più!
Siamo esausti e stanchi di dover pagare sempre per gli altri!
Non ne possiamo più!
Siamo esausti e stanchi di dover pagare sempre per gli altri!
Ci rifiutiamo di continuare a finanziare con il nostro lavoro e con le nostre
fatiche la disonestà altrui!
Non solo sono stati sovrastimati dal Commissario Bondi il numero dei posti
letto da ridurre nella Regione Lazio, ma sono stati sottoposti alla scure del
taglio ospedali pubblici di assoluta eccellenza nella sanità Romana, per i
quali si parla di chiusura. Una vera iattura per gli operatori sanitari e per i
cittadini, che dimostra l'assoluta disonestà intellettuale di chi ha partorito
queste demenziali soluzioni.
Come non pensare che questi ulteriori tagli, così concepiti, non portino al
collasso l'intero sistema assistenziale ospedaliero nella nostra regione? E per
ottenere cosa? Non certo il riequilibrio dei conti, tanto meno l'efficienza e
l'efficacia dell'assistenza sanitaria.Si tratta ancora dell'ennesima
dimostrazione dell'arroganza del potere contro gli operatori sanitari pubblici,
gli anziani e i malati. Dov'è il Risparmio? Dov'è la Spending-review? Siamo di
fronte per l'ennesima volta a un taglio lineare; ma a differenza dei precedenti
dove l'intervento era reso necessario dall'urgenza per il rischio di fallimento
conseguente alle oscillazioni finanziarie, in tale contesto, dove questi
ospedali rappresentano l'ultimo vero baluardo al quale il cittadino si appella
per ottenere equità e welfare, una decisione simile rappresenta il colpo di
grazia per la sanità pubblica a favore di altre logiche evidentemente
privatistiche.
Come si potrebbe altrimenti giustificare la chiusura di un ospedale
d'eccellenza come il S. Filippo Neri, che negli ultimi 3 anni ha realmente e
fortemente ridotto il proprio disavanzo, soprattutto attraverso il sacrificio
degli operatori sanitari (basta esaminare i bilanci), rispetto a strutture come
il Policlinico Gemelli e l'IDI, che insistono sullo stesso territorio, ma che
sono praticamente in default, a causa di pessime e discutibili gestioni fuori
controllo amministrativo, ma comunque finanziate dalle nostre istituzioni
regionali?
Nessuno vuole mettere in discussione la loro qualità scientifica e
assistenziale, ma la domanda è: sono solo Istituti di eccellenza o anche di
appartenenza? Rispetto a queste strutture con gravi problemi di disavanzo, come
si fa a mettere in discussione Il S. Filippo Neri?
Ricordiamo a tutti i nostri amministratori, che l'Azienda Complesso Ospedaliero
S. Filippo Neri, oltre che essere classificata come "Ospedale di rilevo
Nazionale e di Alta Specializzazione", in questi ultimi tre anni
rappresenta l'emblema del piano di rientro nella sanità regionale, coniugando
l'eccellenza assistenziale con la lotta agli sprechi: nonostante la riduzione
dei posti letto e del personale, nell'assoluto rigore dei bilanci, non ha
ridotto qualità e quantità di prestazioni, ma anzi ha investito per migliorare
i servizi, servendo non solo i cittadini del proprio territorio, ma continuando
a rappresentare un punto di riferimento anche per il centro-sud d'Italia.
Con questa premessa l'Anaao dell'ACO S. Filippo Neri, si appella:
- Alle Istituzioni Centrali ed in particolare al Capo dello Stato e al
Presidente del Consiglio dei Ministri, affinché il governo e la Politica, quella
con la "P" maiuscola, tornino realmente ad essere garanti degli
interessi della collettività, del bene comune e non delle logiche di parte
(Lobby). - Alle Istituzioni regionali ed in particolare al Commissario Bondi,
perché realmente applichi la Spendig-review, attraverso un costruttivo
confronto con tutti gli Stake-holder della Sanità Laziale ed in particolare con
le sigle sindacali. Revisione che tutti gli operatori e cittadini auspicano per
rendere sostenibile la sanità nella nostra regione, istituzione irrinunciabile
non solo perché lo afferma la nostra Costituzione, ma perché è
un'imprescindibile collante di prevenzione dei conflitti sociali.
- A tutte le sigle sindacali ed in particolare ai nostri Segretari Nazionale e
Regionale perché continuino, anzi implementino, quella cooperazione che negli
ultimi periodi è divenuta strumento formidabile di controllo ed informazione in
tempo reale sulle decisioni da intraprendere e sulle loro possibili ricadute.
- A tutti i cittadini, perché realmente partecipino con crescente interesse a
quello che maggiormente deve stare a cuore a un Paese che si definisce Civile:
la tutela della salute, senza colori di parte.
Anaao A.C.O. S. Filippo Neri
Tratto da: http://www.globalist.it
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