Natale
in chiaroscuro: sale la speranza, ma cresce anche il numero di coloro che
temono sia il peggiore del triennio. Secondo il sondaggio Confesercenti-Swg il
54% degli italiani (era il 51% nel 2011) si affida alla speranza per definire
l’ormai prossimo Natale ed in tal modo
cerca di contrastare gli incubi della crisi e del futuro.
Ma
cresce anche in modo netto il numero di coloro che non si fanno illusioni: per
19 milioni di connazionali, infatti, questo sarà il peggior Natale dal 2010 (si
sale dal 25% del 2011 al 38% di quest’anno). 20 milioni non vedono differenze
con l’anno passato, mentre una consistente minoranza, 11 milioni, crede in un
miglioramento. L’altalena fra ottimisti e pessimisti vede dunque quest’anno in aumento i secondi ed in calo i
primi. Le donne sono quelle che con più determinazione difendono le ragioni
dell’ottimismo, fra i pessimisti prevalgono invece gli uomini.
A
risentirne sono i consumi: questo dicembre, in totale, gli italiani spenderanno
36,8 miliardi: il 3% in meno rispetto al 2011, quando spesero 38 miliardi. In
calo della stessa percentuale anche ‘l’effetto Natale’, l’insieme di spese
innescate dalle festività dell’ultimo mese dell’anno: nel 2012 è di 10,7
miliardi, contro gli 11 registrati nel 2011.
Tredicesime
per far fronte ai mutui, pagare i debiti e ripristinare il risparmio eroso
dalla crisi. Ma sono sempre di meno coloro che la percepiscono.
E
si avvicina la resa dei conti delle tredicesime: oltre 41 miliardi e mezzo di
euro in pista ma con meno percettori: l’anno scorso il 23% del campione
dichiarava che nella propria famiglia nessuno prendeva la tredicesima,
quest’anno la percentuale balza al 28% ed è un chiaro segno della crisi occupazionale.
E
la lunga recessione si riflette anche sull'utilizzo della tredicesima: cala di
due miliardi la quota destinata agli acquisti (ora a 17 miliardi e 787 milioni)
ed in particolare ci saranno 00 milioni di euro in meno per i regali. Una parte
consistente della tredicesima, 11 miliardi e 739 milioni, andrà invece
a rimpinguare i risparmi erosi dalla difficoltà economiche: gli italiani,
insicuri sulla possibilità di una rapida ripresa, preferiscono accantonare quasi due miliardi in più rispetto al 2011.
Circa 12 miliardi provenienti dalle tredicesime, invece, verranno usati per far
fronte ai mutui e pagare i debiti (+641 milioni sul 2011), mentre quasi 13
miliardi e mezzo saranno impiegati per affrontare le necessità della casa e
della famiglia (in calo di 1 miliardo e 314 milioni).
Redditi,
sempre meno italiani arrivano alla fine del mese
Non
si può dimenticare che, sempre secondo il sondaggio Confesercenti-Swg, dal 2010
al 2012 sale di 8 punti il numero di coloro che
arrivano con il proprio reddito solo alla terza settimana del mese (dal
20% al 28%); crescono invece di 5 punti
coloro che arrancano fino alle seconda (dall’8% al 13%), mentre cala
vistosamente la percentuale di coloro che ce la fanno fino alla fine del mese
(dal 72% al 59%).
Di conseguenza per il
2013 la richiesta più diffusa (31%) è quella del lavoro, seguita subito dopo da
‘meno tasse’ (23%) al pari della ‘riduzione dei costi della politica’.
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