mercoledì 5 gennaio 2011

2011 DI CONFLITTO SOCIALE, FUORI DAL PARLAMENTO

Lottare per Essere
Era da anni che non si assisteva a convergenze parallele così evidenti tra l’autoritarismo eversivo dell’esecutivo e l’abuso del potere condotto dai detentori del capitale. Il Governo concentra il potere, restringe gli spazi di libertà, utilizza la spesa pubblica per consolidare le disuguaglianze e marginalizzare le fasce più deboli della popolazione, destina il denaro pubblico a rafforzare le mafie dei colletti bianchi. Un Governo che agisce per soddisfare le richieste e i desideri dei potentati economici: assenza di contrasto all’evasione fiscale, scudo fiscale, mancata tassazione delle rendite finanziarie e delle transazioni speculative, nessuna patrimoniale, insussistenza di politiche sociali. L’abbandono del welfare. Governo e Fiat, con la complicità di Confindustria, distruggono il contratto nazionale del lavoro, frantumano l’unità sindacale, ghettizzano la FIOM, sopprimono qualsiasi possibilità di crescita della democrazia diretta nelle fabbriche, calpestano i diritti dei lavoratori, in cambio concedono la speranza del lavoro. Offrono lavoro e investimenti solo a condizione che i lavoratori rinuncino ai loro diritti, anche costituzionalmente tutelati. Siamo alla distruzione dell’art. 1 della Costituzione della Repubblica e, quindi, della democrazia. Il lavoro non come diritto, ma in quanto concessione data da chi detiene il potere. La sovversione di uno dei principi fondamentali sui quali si fonda la Repubblica. Quando l’esecutivo e il capitale prendono il potere distruggendo lo stato di diritto e lo stato sociale, mortificando gli organi di garanzia – che sono accettati solo se divengono il suggello di legalità formale per le gravi forme di ingiustizie e disuguaglianze -, privatizzando tutto tanto da trasformare l’Italia in una gigantesca SPA, annichilendo la cultura considerata fastidiosa zavorra per le magnifiche sorti e progressive, si sta realizzando il più imponente disegno eversivo che l’Italia contemporanea abbia conosciuto. Governo e potere economico, servendosi di un Parlamento asservito al calcio mercato berlusconiano, possono contare anche di un’opposizione sinora complessivamente debole, al di là delle voci forti che si innalzano da spezzoni del PD, da IDV, Vendola e sinistra. Opposizione parlamentare complessivamente inadeguata in confronto all’artiglieria pesante messa in campo dalle forze dominanti. E’ necessario, quindi, un 2011 – tenuto anche conto dell’allontanarsi del voto – caratterizzato da una tenace lotta extra-parlamentare per i diritti, ossia da praticarsi soprattutto al di fuori dei luoghi dei poteri costituzionali. La lotta studentesca, con la speranza che nelle scuole e nelle università si parli sempre di più di Politica, in modo anche di (co)agire, con la passione propria dei giovani, nella lotta per i diritti. La lotta dei lavoratori per la conquista della loro dignità, per un salario equo, per la riduzione delle disuguaglianze. La lotta delle classi deboli ed emarginate al fine di affermare la loro identità di persone. In definitiva una lotta costituzionale condotta dai soggetti oggi sottomessi ai poteri: se il quarto stato si mette in movimento, riscattandosi, forse anche l’opposizione parlamentare troverà vigore e forza per unirsi e lottare nell’interesse del popolo e dei più deboli, per coloro che hanno sete di giustizia.

di Luigi de Magistris
pubblicato su Il Manifesto del 5/ gennaio 2011

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