venerdì 7 gennaio 2011

NÉ OGGI, NÉ DOMANI

di Samanta Di Persio
La classe politica attuale è troppo presa da interessi privati e non ha tempo per i problemi del Paese

Né oggi, né domani. Presto rivolta sociale.
Ho messo questo titolo su Facebook provocatoriamente. Mi piace vedere le reazioni in un Paese dove il popolo è affamato. Quando il popolo è affamato puoi davvero comprartelo con le briciole. Marchionne non ha perso tempo con uno squallido ricatto: "O ho il 51 percento oppure non investo su Mirafiori" Si aspettasse il 100 percento allora! Però nessuno parla della "Paga dei padroni" (Dragoni e Meletti, Chiarelettere) dove i manager Fiat si spartiscono milioni di euro durante l'anno.

Non ricordo nessuna conferenza stampa in cui Paolo Fresco, Luca Cordero di Montezemolo & co. abbiamo dichiarato i loro redditi milionari grazie ad un'azienda perennemente in passivo. I prodotti non si vendono, i lavoratori costano ed i prezzi delle auto non sono competitivi. Si ricorre all'intervento statale, ma se Cesare Romiti quando salutò la Fiat nel 1998 ricevette una buona uscita pari a 105 miliardi da dove spuntano fuori tutti questi soldi? Mistero di un magheggio! Resta evidente che i lavoratori Fiat sono scesi in piazza svariate volte per difendere posto e contratto di lavoro. Poi sono scesi in piazza gli studenti per difendere il loro futuro ancora prima del diritto allo studio. a luglio sono scesi in piazza i terremotati per far sapere all'Italia intera che Berlusconi ha fatto per l'ennesima volta il pagliaccio, oggi il capoluogo colpito dal sisma è ancora zona rossa, poco è stato messo in sicurezza e niente è stato ricostruito. La risposta un paio di manganellate come nei migliori stati di polizia. E tanti altri ancora hanno manifestato per i loro diritti.

Molti restano in silenzio, ad esempio lavoratori che sono già stati licenziati oppure lavorano senza prendere lo stipendio. Il 31 gennaio 2010 un operaio bergamasco di 35 anni si è dato fuoco perché l'azienda dove lavorava ha chiuso. Il 3 marzo 2010 un magazziniere pordenonese di 46 anni, padre di tre figlie, si è suicidato dopo aver appreso di aver perso il lavoro. Il 18 marzo con un colpo di pistola alla testa davanti casa si uccise Ciro Pellegrino, 47 anni, da alcuni mesi disoccupato poiché licenziato dall'azienda in crisi. Mariano Pariante, 55 anni si è impiccato all'interno di un deposito dell'ex stabilimento Rhodiatoce di Casoria, in cui lavorava saltuariamente come custode. Solo il 14 maggio 2010 finirà sui media Mariarca Terracciano infermiera di 45 anni che si è tolta la vita svenandosi.

Questi sono sintomi di un malessere sociale dove la politica attuale troppo presa da interessi privati è cieca. Presto arriverà la rivolta, non perché lo scrivo io e qualcuno commenta non si scrivono certe cose perché poi accadono (forse un alias Bonaiuti). Invece la storia potrebbe avere un altro epilogo se si cambiasse strategia politica e le facce cadaveriche dei politici.

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