venerdì 4 marzo 2011

ADICO: IL FEDERALISMO FISCALE IN SOLDONI

Con solo 23 voti di vantaggio la Camera ha approvato il federalismo municipale – fa sapere l’ADICO – un provvedimento che permette ai sindaci di fissare la cornice per l’aumento delle tasse in molti comuni già da quest’anno.

Entro sessanta giorni il governo dovrà emanare un decreto per disciplinare «la graduale cessazione, anche parziale», del blocco delle addizionali comunali. Nel caso in cui il governo non dovesse approvare il decreto, i comuni che non hanno l’addizionale o ce l’hanno in misura inferiore allo 0,4% potranno aumentarla nei «primi due anni» di 0,2 punti percentuali. Lo sblocco può scattare anche retroattivamente per il 2010, se i sindaci emanano le relative delibere «entro il 31 marzo 2011». I comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti potranno anche stabilire addizionali Irpef differenziate «in relazione agli scaglioni di reddito corrispondenti a quelli stabiliti dalla legge statale».

Il decreto prevede anche la possibilità per il proprietario di casa di scegliere sin da quest’anno il regime di tassazione al 21% per i redditi da locazione (19% nel caso di canone concordato).

La nuova imposta sostituisce quote Irpef, addizionali comunali e imposta di bollo che gravano sugli affitti. Chi sceglie l’opzione non potrà modificare il canone nemmeno per l’adeguamento all’inflazione.

Per i comuni capoluogo di provincia ma anche le unioni di comuni e i comuni che rientrano negli elenchi regionali delle località turistiche o delle città d’arte potranno istituire la nuova tassa di soggiorno. Calcolata «in proporzione al prezzo» delle camere di hotel, la tassa avrà un limite massimo di 5 euro per notte. Per finanziare opere pubbliche, i comuni dal 31 ottobre potranno istituire anche apposite imposte di scopo.

Già da quest’anno i comuni si vedranno garantita la compartecipazione a numerose imposte erariali, a cominciare dall’Iva (la quota esatta sarà definita però con un successivo decreto della presidenza del Consiglio). Avranno diritto anche a una quota del gettito raccolto con la cedolare secca, pari al 21,7% nel 2011 e al 21,6% dal 2012. Andrà poi loro il 30% dell’imposta di registro e di bollo sulle compravendite immobiliari, dei tributi speciali catastali e delle tasse ipotecarie. Per garantire i servizi minimi che tutti i comuni devono erogare ai cittadini, il decreto prevede per la durata di tre anni un Fondo sperimentale di riequilibrio il cui riparto è stabilito dalla Conferenza Stato-città. Dal 2014, quando il federalismo municipale entrerà a pieno regime, sparirà l'ICI sulla seconda casa e sugli immobili commerciali, sostituite dall'imposta municipale IMU (aliquota 7,6 per mille). Saranno esenti gli immobili del Vaticano, scuole, hotel e cliniche. L'IMU secondaria sostituirà tassa e canone per occupazione di spazi pubblici, imposta comunale su pubblicità e affissioni, canone per installazione dei mezzi pubblicitari.

Infine i comuni avranno diritto da subito ad una quota di partecipazione all’accertamento fiscale pari al 50% delle somme riscosse, anche a titolo non definitivo. Il decreto quadruplica poi le sanzioni per chi non regolarizza in catasto le cosiddette «case fantasma» entro il nuovo termine del 31 marzo 2011 stabilito dal decreto legge Milleproroghe. Una quota del gettito, pari al 75%, sarà devoluto al comune dove è ubicato l’immobile.

Speriamo che il federalismo fiscale approvato dal Governo non abbia solo lo scopo di proporre “nuove” tasse alle famiglie – conclude il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – ma di contrastare seriamente la lotta all’evasione e premiare i Comuni più virtuosi. Il rischio di aver approvato uno spot della Lega potrebbe costare caro alle misere tasche degli italiani.

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