di Sirio Valent
La centrale nucleare giapponese era a rischio già dal 1985. Ma l'agenzia nipponica ha preferito tacere.
La Tepco falsificava i dati sulla sicurezza di Fukushima. Nel 2002 il presidente e 4 top manager della compagnia energetica rassegnarono le dimissioni per lo scandalo: ma di nuovo nel 2006 il governo chiese la revisione dei dati dichiarati perché palesemente falsi. E ancora ammissioni di falsificazione nel 2007. La centrale di Fukushima era a rischio dal 1985.
La Tepco (Tokyo Energy Power Company) è la principale compagnia energetica del Giappone. Nel 1971 aveva acceso il primo reattore - da 460 MW - della centrale nucleare di Fukushima Daiichi, quello che oggi è a rischio disastro atomico. Ma nel corso della sua storia il gigante nipponico ha avuto parecchi grattacapi da Fukushima, come riporta anche la CNN.
Nel 2002 scoppia infatti uno scandalo sulla sicurezza della centrale: il presidente della società e quattro dirigenti rassegnano le dimissioni dopo aver ammesso di aver falsificato i dati delle ispezioni della Iaea e di aver taciuto la realtà per oltre dieci anni. Le ispezioni dell'Agenzia per la sicurezza atomica giapponese (il Nisa), infatti, avevano rilevato negli anni '80 e '90 valori fuori norma nella radioattività della centrale di Fukushima e altri 12 impianti simili, in seguito a diversi terremoti. I dirigenti avevano coperto tutto falsificando i documenti, e il governo dell'allora premier Junichiro Koizumi aveva fatto finta di niente. (Corriere della sera, 30 agosto 2002).
Non basta. Nel 2006 il governo giapponese guidato da Shinzo Abe chiede alla Tepco di ricontrollare i dati storici reali, dopo una nuova ammissione di colpevolezza da parte della compagnia: la temperatura di raffreddamento della centrale di Fukushima, tra il 1985 e il 1988, era stata nascosta perché al di fuori dei valori regolamentari. I rischi erano cresciuti, nessuno ammetteva di quanto. E nel 2007, la stessa Tepco torna ad ammettere, su pressione dei media e dell'opinione pubblica, di aver riscontrato nuove falsificazioni nei dati storici della centrale incriminata.
I controlli sono stati falsati per anni. Chi doveva controllare ha preferito coprire piuttosto che intervenire. L'effetto è ora sotto gli occhi di tutti, ma chi si assumerà le responsabilità del passato?
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