di Vittorio Malagutti
Cragnotti e Tanzi: due storie molto simili. Padroni del calcio e della finanza negli anni '90 adesso fanno i conti con la giustizia. Un destino comune per i presidenti di Crespo e Veron.
Cragnotti e Tanzi hanno avuto una ascesa per molti aspetti parallela nel corso degli anni '90, anche se sono due imprenditori profondamente diversi l'uno dall'altro. Tanzi era un imprenditore vero e proprio, uno che ha costruito dal nulla un vero impero industriale, anche se poi abbiamo scoperto con che mezzi. Cragnotti, invece, era sostanzialmente un finanziere con una carriera all'interno della Montedison negli anni '80 e del gruppo Ferruzzi Enimont a cavallo tra gli anni '80 e gli anni '90. Nei primi anni '90 e poi si è messo in proprio creando un gruppo che comprendeva sì Cirio, ma anche diverse altre realtà industriali, tra l'altro proprio collegate tra loro e sparse in diversi Paesi (ricordiamo la Lawson Mardon Group in Canada in cui lavorò tra l'altro anche Sergio Marchionne, l'attuale numero uno della FIAT, e altre attività in Brasile).
Cragnotti ovviamente diventò famoso per la Cirio ma soprattutto per la Lazio Calcio che, acquistata da Cragnotti, venne portata in borsa e anche allo scudetto. Nello stesso periodo anche Tanzi con il suo Parma coglieva successi vincendo anche una Coppa Europea.
In qualche modo, poi, i due erano accomunati, oltre che dalla scalata parallela al mondo dello sport, anche dal fatto che avevano amicizie in campo bancario identiche. Per entrambi il massimo finanziatore, appoggio bancario, era la Banca di Roma all'epoca guidata da Cesare Gironzi, tant'è vero che è stato oggetto di inchiesta giudiziaria anche un affare, il cosiddetto affare Eurolat concluso nel 1999, in cui venne ceduta la Eurolat, che era un polo di aziende del latte, dalla Cirio alla Parmalat per un prezzo vicino ai 200 miliardi di lire dell'epoca. Questi soldi non servivano ad altro che a ripianare il credito che il sistema bancario, ma in massima parte, la Banca di Roma, avevano fatto a Cragnotti e alla Cirio. Quindi, nella sostanza questa è anche una delle accuse, dei sospetti che hanno avuto i magistrati. La Banca di Roma fece pressione su Tanzi perché desse una mano a Cragnotti comprando Eurolat, in questo modo Cragnotti avrebbe dovuto restituire una parte importante del poco indebitamento alla Banca di Roma. E questo è proprio l'incrocio principale tra queste due vicende. Altri incroci ci furono chiaramente anche nella compravendita di calciatori, fra i casi più eclatanti c'è sicuramente quello di Crespo che venne venduto dal Parma alla Lazio per la cifra di 110 miliardi di lire.
Ambedue i castelli di carta poi crollarono miseramente nell'arco di pochi mesi.
Sostanzialmente il primo mancato pagamento di bond da parte della Cirio risale alla fine del 2002 e la dichiarazione di fallimento invece dell'agosto 2003. E a dicembre 2003 esplode anche lo scandalo Parmalat, con l'arresto dei vertici della società. Altro parallelo tra i due casi è quello che ambedue le società poi si finanziarono con l'emissione di bond, obbligazioni ad alto rendimento venivano piazzate sul mercato e comprate da migliaia, migliaia e migliaia di risparmiatori. Le obbligazioni della Cirio in buona parte servirono a cogliere denaro che servì a Cragnotti a pagare i propri debiti con le banche, quindi il rischio Cirio venne trasferito dalle banche ai risparmiatori, allo stesso modo invece i bond della Parmalat servirono, anche in questo caso, all'azienda per finanziarsi senza o accedendo solo in minima parte al debito credito bancario, servirono a finanziarsi con gli stessi soldi dei risparmiatori e in ambedue i casi poi i risultati si sono visti: c'è stato il fallimento. I risparmiatori hanno recuperato soltanto in minima parte i soldi che avevano pagato per comprare le obbligazioni. Adesso arriviamo all'atto finale, anzi per quanto riguarda la Parmalat siamo già al processo d'appello a Milano per la parte borsistica dei reati che ha condannato Tanzi a 10 anni di reclusione, invece per il processo principale, quello della bancarotta per Tanzi siamo al primo grado con una condanna a 18 anni di reclusione. Per Cirio, proprio in questi giorni, siamo arrivati (ormai a circa 8 anni dal fallimento), alla richiesta di pena in primo grado, che per Cragnotti è di 15 anni.
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