giovedì 3 marzo 2011

LIBIA: L’OIM INIZIA LE PRIME EVACUAZIONI DI MIGRANTI DA BENGASI

L’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (OIM) sta iniziando le prime operazioni di evacuazione dei migranti dal porto libico di Bengasi.

La priorità è stata data a circa 200 migranti particolarmente vulnerabili, per lo più donne, bambini e persone bisognose di assistenza medica.

Circa 5500 migranti sono stati identificati fino ad ora al porto e nelle aree circostanti. Si tratta sopratutto di persone originarie del Bangladesh, India e Sudan, ma ci sono anche piccoli gruppi di Siriani, Ganesi e di altre nazionalità.

Gli operatori OIM presenti a Bengasi ha affermato che, dalle parole dei migranti, è emerso che molti di loro sono rimasti nel paese perché erano spaventati o perché non erano a conoscenza dell’assistenza fornita al confine egiziano. Molti dei migranti, in particolare coloro che provengono dall’Africa SubSahariana, non hanno documenti, elemento che rende difficoltoso il passaggio del confine.

Lo staff dell’OIM è rimasto piacevolmente stupito dall’atteggiamento della popolazione locale, che ha organizzato gruppi di supporto che hanno fornito cibo e acqua ai migranti, cercando anche di assistere quelli che non riuscivano a passare il confine. Anche le autorità portuali stanno dando il loro aiuto nelle operazioni di assistenza.

Alcuni migranti africani hanno però sempre paura di lasciare le proprie case in quanto temono di divenire obiettivo di violenza. Anche per loro l’evacuazione appare essere una soluzione urgente.

Accompagnati dalla Mezzaluna Rossa libica, l’OIM evacuerà inizialmente, via terra, piccoli gruppi attraverso il confine egiziano di Sallum, dove circa 3000 persone stanno arrivando dalla Libia. In un secondo momento si cercherà di effettuare evacuazione via mare, verso il porto di Alessandria d’Egitto.

Al confine, l’OIM sta fornendo sia aiuti umanitari come cibo, acqua e altri beni non alimentari, sia assistenza medica e sanitaria di viaggio alle persone evacuate, includendo anche aiuti a circa 3.000 bengalesi e 1.000 nord sudanesi che si trovano ancora nella “no man’s land” tra Libia e Egitto.

Questo tipo di assistenza sta diventando sempre più importante per i migranti bloccati senza cibo e riparo dal freddo, ai confini di Egitto e Tunisia, ma anche per quelli che scappano in Niger e alcune migliaia di migranti bloccati in Turchia, Malta e Grecia dopo l’evacuazione iniziale.

Una donazione dell’European Commision’s Humanitarian Aid and Civil Protection (ECHO) di 3 milioni di euro sarà resa disponibile all’OIM per fornire l’assistenza umanitaria di base ai migliaia di migranti in situazioni critiche, sia all’interno che all’esterno della Libia.

Una Squadra Europea di Protezione Civile sarà al lavoro con lo staff OIM sul campo per gestire l’assistenza e la logistica.

Dato il protrarsi della crisi in Libia, l’OIM è consapevole giorno dopo giorno che sempre più comunità migranti sono ancora all’interno del paese, incapaci di uscire, con un numero crescente di governi che chiedono aiuto all’Organizzazione per evacuare i loro connazionali dalla Libia.

Con un appello appasionato all’OIM, un migrante africano ha raccontato all’Organizzazione che circa 6.000-10.000 migranti sono intrappolati a Khomees, tra cui Africani dell’Ovest, Cinesi, Filippini. Tra loro ci sono famiglie e donne incinte.

Altri gruppi composti da Filippini, Vietnamiti, Cingalesi, Nepalesi e persone originarie dell’Africa Subsahariana sono bloccati a Srite, Tripoli, Wazeme Misurata, ma anche in altri posti. Molti sono senza documenti e passaporti che i loro datori di lavoro gli avevano “confiscato”.

Intanto almeno 200.000 persone hanno ormai passato il confine verso Tunisia, Egitto e Niger e l’OIM sta continuando le operazioni di evacuazione.Nove voli, forniti dal governo britannico e dall’UNHCR, con a bordo circa 1700 persone, partiranno oggi da Djerba al Cairo.

L’evacuazione del rilevante numero di migranti egiziani arrivati negli scorsi 10 giorni in Tunisia sarà ulteriormente supportata dai due aerei forniti da governo francese, che nei prossimi 5 giorni permetteranno di rimpatriare circa 2250 egiziani.

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