L'Istat: "Retribuzioni orarie ferme rispetto a febbraio". Invariati i compensi della pubblica amministrazione, nel privato si è registrato un incremento dell'1,7 per cento. Un dipendente su 3 è anche in attesa del rinnovo del contratto di lavoro
A marzo la forbice tra l’aumento delle retribuzionicontrattuali orarie (+1,2%) e il livello d’inflazione(+3,3%), su base annua, tocca una differenza di 2,1 punti percentuali, che rappresenta il divario più alto dall’agosto del 1995 quando era pari al 2,4%. I dati sono elaborati dall’Istat.
Le retribuzioni contrattuali orarie, peraltro, a marzo sono rimaste ferme rispetto a febbraio e salgono dell’1,2% su base annua. La crescita tendenziale è la più bassa almeno dal 1983, ovvero dall’inizio delle serie storiche ricostruite, 29 anni fa.
Divario tra salari e prezzi al top dal 1995 Crescita degli stipendi più bassa da 29 anni | Redazione Il Fatto Quotidiano | Il Fatto Quotidiano
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