Il 2011 passerà probabilmente alla storia come l'anno delle "rivoluzioni arabe". Ma, nel caso dei paesi del Nord Africa, la definizione appare incompleta (oltre che discutibile sul piano dei reali cambiamenti ottenuti), poiché disconosce l'apporto alle contestazioni della componente amazigh (berbera), a lungo negata e repressa nel processo di edificazione degli Stati post-coloniali.
di Jacopo Granci da Casablanca
Ciò nonostante, in questo inizio 2012, gli attivisti berberi - dal Marocco alla Libia - sembrano decisi a portare avanti la battaglia per il pieno riconoscimento identitario, il rispetto dei diritti e la democrazia, approfittando della caduta o della flessione dei vecchi regimi legati all'ideologia panarabista.
La commemorazione del printemps berbère algerino (20 aprile 1980) è stata l'occasione per rilanciare le mobilitazioni in tutta la tamazgha ("terra amazigh", corrispondente all'Africa del Nord e al territorio sahariano fino all'oasi egiziana di Siwa) e per riposizionare la "questione amazigh" al centro dei rispettivi dibattiti nazionali (anche se la copertura mediatica delle iniziative è stata pressoché assente). osservatorioiraq
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