lunedì 30 aprile 2012

GREENPEACE SUI MORTI DA CARBONE DELL'ENEL: "ENEL NON PUÒ SMENTIRE, PUÒ SOLO MENTIRE"

«Non potendo smentire Greenpeace, Enel può solo mentire». Così commenta Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia in risposta all'annuncio dell'Enel di voler querelare per diffamazione l'associazione ambientalista. Greenpeace ha anticipato ieri i contenuti principali di uno studio sui danni economici e sanitari della produzione di elettricità da carbone Enel in Italia e in Europa.

«Greenpeace inchioda Enel alla verità dei dati - ha proseguito Boraschi - Discutere delle sue responsabilità ambientali e sanitarie in un tribunale può essere comunque un passo avanti, giacchè da anni l'azienda rifiuta di incontrarci».

Greenpeace ribadisce che i dati presentati ieri, riguardo agli impatti e ai danni della produzione elettrica da carbone di Enel, sono stati elaborati attraverso una metodologia adottata anche dall’Unione Europea, su dati pubblici, accessibili attraverso un registro dell’UE e forniti dall’azienda stessa.

La ricerca è stata realizzata da un istituto di ricerca indipendente e non-profit olandese – SOMO - per conto di Greenpeace Italia. Prima della pubblicazione, questi dati sono stati presentati all’azienda, che ha avuto a disposizione tre settimane di tempo per smentirli o rettificarli. Enel non ha smentito le elaborazioni che esso contiene, ma ha contestato la metodologia - che è dell’Agenzia Europea per l’Ambiente, non di Greenpeace – ed è accreditata nella letteratura scientifica internazionale.

Enel ha inoltre risposto alla nostra ricerca con un’affermazione che ha dell’incredibile: “Non esistono studi scientifici che dimostrino (in termini statistici) una relazione di causa-effetto tra le emissioni delle centrali e i danni alla salute”.
Greenpeace è pronta a fornire fiumi di bibliografia scientifica nel merito.

«Sembra che oltre ai soldi delle bollette degli italiani Enel voglia anche quelli di chi osa contestare i suoi crimini ambientali - ha concluso Boraschi - Vedremo se esiste un giudice disposto a condannare un’associazione di liberi cittadini per aver usato correttamente una metodologia dell’Agenzia Europea per l’Ambiente e dati di emissione ufficiali degli impianti Enel. Alternativamente, Enel può realizzare un suo studio: e magari dimostrare che i fumi delle centrali a carbone non inquinano, non fanno male alla salute, all’ambiente e al clima. Sarebbe una scoperta rivoluzionaria». 



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