mercoledì 23 giugno 2010

La fretta di Alemanno e la svendita di Acea


Seguendo le direttive del Decreto Ronchi, il comune di Roma dovrà scendere al 30% della proprietà di Acea, vendendone il 20% (oggi è al 50%) entro il 2015. In un'intervista al Foglio il Sindaco Gianni Alemanno ha detto che non è uno scandalo e, oltre a ribadire il trito e ritritopiù privati più efficienza”, ha detto che se l'azionariato Acea rimarrà “più legato al territorio, se chi investirà in Acea sarà romano, tanto meglio”, ammettendo di fatto di dare corsie preferenziali. Non solo svende ai privati l'acqua pubblica, ma lo si fa anticipando a chi e con quali interessi.

Innanzitutto il Primo cittadino ha chiarissimo che sta privatizzando un bene primario e lo fa accelerando un processo che non è richiesto. Infatti la fretta di Alemanno nel cedere le quote di ACEA, quando il decreto Ronchi indica il 2015 come termine ultimo, non fa che svelare l'avidità di quegli interessi speculativi che già da anni gareggiano per saccheggiare la città, ma per noi i servizi che riguardano la salute, il benessere e i diritti dei cittadini non sono “servizi di rilevanza economica” e non lo saranno mai.

Lo fa nei peggiori dei modi perché, nascondendosi dietro un dito, si erge a paladino dei diritti dei cittadini e contro le speculazioni, mentre sta regalando in modo spudorato ai poteri forti di questa città (leggi Caltagirone, già oggi al 13% di Acea) uno dei beni comuni ed essenziali che risulta essere il più odioso perché è quello che riguarda l’acqua, un diritto umano universale che non può essere ridotto a merce e sottomesso alle logiche di mercato.

Di questo Alemanno è cosciente e continua a ripetere, come il mantra ripetuto dal Governo e dagli industriali, la pappardella del bene pubblico a gestione industriale. Alemanno sa bene che sta privatizzando l'acqua e non sa come giustificarlo E lo fa mentre a Roma si prepara una stangata per superare la crisi senza che i responsabili ne paghino un euro e scaricando sui cittadini i costi. Alemanno sta cercando il modo per far fare soldi vendendo i diritti della cittadinanza romana.

Fonte: acquabenecomune

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