martedì 15 giugno 2010

L'UNHCR CHIEDE MAGGIORE ATTENZIONE PER I BAMBINI AFGHANI IN FUGA


Un numero sempre crescente di bambini afghani affronta un viaggio difficile e pericoloso via terra per raggiungere l'Europa, viaggiando senza i propri genitori e trovandosi esposti a pericoli e violazioni dei diritti umani. E’ quanto emerge dal rapporto dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), che presenta alcune raccomandazioni su come i governi, compreso quello afghano, dovrebbero rispondere ad una questione così complessa.

Più di 5.900 bambini afgani, per lo più ragazzi, hanno cercato asilo in Europa lo scorso anno, rispetto ai 3.380 del 2008. Nel 2009, il 45 per cento dei minori non accompagnati richiedenti asilo erano afgani, percentuale quasi tre volte maggiore a quella dei Somali, che costituivano il secondo gruppo. L'UNHCR ritiene che vi siano molti minori afgani in viaggio che non richiedono asilo.

Lo studio dell'UNHCR esamina le ragioni delle partenze, i percorsi che i bambini intraprendono, e l’accoglienza che ricevono al loro arrivo. Alcuni viaggiano direttamente dall'Afghanistan, mentre altri hanno vissuto per anni in Iran o Pakistan.

I giovani afgani cercano di raggiungere l'Europa per diversi motivi, tra cui il conflitto ancora in corso in Afghanistan e la riduzione dei livelli di protezione nei paesi vicini. Esperienze individuali di guerra e violazioni di diritti umani quali il lavoro forzato e il sequestro di persona, insieme alle scarse condizioni di sicurezza, la povertà diffusa, l’instabilità politica, le limitate prospettive di un’istruzione adeguata e la speranza sempre minore di un futuro migliore, alimentano i flussi, come anche le reti di contrabbando.

"L'Afghanistan sembra aver chiuso un occhio sul ruolo dei contrabbandieri nella migrazione irregolare, anche quando si tratta di bambini. I genitori afgani, le famiglie e le comunità hanno consentito e incoraggiato la partenza dei loro figli per viaggi pericolosi", afferma il rapporto dell’UNHCR. E’ necessario in Afghanistan un intervento per assicurare che le famiglie siano a conoscenza dei rischi che comporta mettere i loro figli nelle mani di mediatori e trafficanti.

Lo studio rileva come i giovani afgani che arrivano in Europa non sempre ricevono il supporto di cui hanno bisogno. Di conseguenza, rimangono spesso nelle mani dei trafficanti che li spingono a continuare il loro viaggio. Gli accampamenti di fortuna sorti in luoghi come Calais in Francia, e Patrasso in Grecia, ospitano un gran numero di ragazzi afgani.

"Lungo la strada questi bambini affrontano disagi traumatizzanti ", ha detto Judith Kumin, Direttore dell'UNHCR per l'Europa. "Si sentono in obbligo nei confronti delle loro famiglie a continuare il viaggio e, di conseguenza, sono doppiamente vittime".

Non tutti i giovani afgani che arrivano in Europa sono riconosciuti come rifugiati, sebbene molti ricevono una forma di protezione internazionale. Il rapporto esorta gli stati a prendere atto del progressivo deteriorarsi del livello di sicurezza in alcune parti dell'Afghanistan, e laddove è previsto il rimpatrio, occorre valutare se si tratti della scelta migliore nell’interesse del bambino. Lo studio evidenzia come, la ricerca dei familiari, l’accoglienza adeguata, la tutela e l’opportunità di un’integrazione a lungo termine, siano tutti elementi importanti nel processo di rimpatrio.

L'UNHCR ha pubblicato la ricerca “Solo gli alberi si muovono nel vento*: Uno studio sui minori afgani non accompagnati in Europa”, poco dopo la presentazione del "Piano d'azione per i minori non accompagnati" della Commissione Europea, che promuove un approccio coerente nei confronti dei minori non accompagnati che arrivano in Europa da paesi terzi.

Lo studio comprende 150 interviste di ragazzi afghani in Francia, Grecia, Italia, Paesi Bassi, Norvegia e Regno Unito, e sono state inoltre introdotte le esperienze di diverse decine di giovani in Turchia. Ulteriori studi intrapresi dall’ufficio dell'UNHCR in Svezia, verranno presentati prossimamente.

*'Un albero non si muove se non c'è vento' - proverbio afgano (Farsi), che sta a significare 'nulla accade senza che vi sia una ragione.'

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