domenica 13 giugno 2010

WWF: il Parco Nazionale dei Monti Sibillini a rischio chiusura

Dal WWF parte il grido di allarme per il previsto taglio del 50% dei finanziamenti ai parchi nazionali che colpisce anche i Sibillini.

L’Ente Parco Nazionale dei Monti Sibillini rischia la paralisi delle sue attività a causa del taglio del 50% degli stanziamenti per il 2011. A lanciare l’allarme è il WWF Italia, che rilanciando un comunicato stampa congiunto con altre 11 Associazioni, sia ambientaliste che di rappresentanza del mondo delle aree protette, evidenzia i prevedibili tagli per il Parco Nazionale dei Monti Sibillini.

Il neo direttore del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Franco Perco, avrà ben altre emergenze da gestire rispetto alla presenza dei cinghiali nell’area protetta, se saranno confermati i tagli previsti dalla manovra del Governo per la gestione dei Parchi Nazionali”, questo il commento del Consigliere nazionale del WWF Italia, Dante Caserta, alla recente intervista rilasciata dal nuovo direttore del Parco ad un quotidiano regionale.

La prossima Legge finanziaria colpirà infatti anche le aree protette nazionali, nonostante lo Stato spenda ad oggi per i Parchi Nazionali l'esatto equivalente di un caffè all'anno per ciascun italiano.

Nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini il taglio dei finanziamenti (anche solo del 10% delle già ridotte risorse oggi a disposizione) rischia di determinare la paralisi delle principali attività di conservazione della natura e di valorizzazione del territorio, dal progetto di reintroduzione del Camoscio appenninico in fase di completamento (con 7 nuove nascite tra gli animali già liberati negli anni scorsi) ai rimborsi per i danni causati dall’Orso “Ulisse” che rischia di compromettere la convivenza con questo esemplare solitario della fauna italiana che rappresenta un importante segnale del benessere ecologico del territorio del parco, all’adeguato risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica all’agricoltura, alla realizzazione di progetti di ricerca e conservazioni sui rettili e anfibi del parco, alla vigilanza complessiva del territorio da parte del Corpo Forestale dello Stato. A rischio anche le attività di educazione ed informazione ambientale fondamentali per far crescere la sensibilizzazione delle nuove generazioni verso la conservazione del nostro territorio e coinvolgere le scuole del territorio nella gestione del Parco ed infine la promozione del turismo nell’area del Parco attraverso la valorizzazione del circuito escursionistico del “grande anello dei Sibillini”.

Dal punto di vista finanziario i Parchi Nazionali sono già allo stremo e il taglio del 10%, che si somma agli analoghi ripetutamente fatti negli scorsi anni, porta gli Enti Parco sotto il livello della sopravvivenza e soprattutto colpisce anche gli Enti che negli anni hanno adottato misure di risparmio. L’eventuale taglio del 50% poi non consentirebbe neanche di ottemperare agli obblighi contrattuali in essere con il personale, per le sedi, per la sorveglianza, per la gestione dei mezzi.
Insomma tutte le realtà economiche che ruotano intorno alle aree protette, le cooperative per l’educazione ambientale, per il turismo, per tutti gli altri servizi connessi alla conservazione della natura, nonché i posti di lavoro presso gli enti, subirebbero un gravissimo collasso.

Da sempre il WWF è convinto del ruolo propulsivo delle aree protette per lo sviluppo economico dei territori dell’entroterra delle Marche. In questi quasi 20 anni dall’entrata in vigore della legge 394/91 il Parco Nazionale dei Monti Sibillini è stato un forte attrattore di risorse comunitarie e anche private verso territori spesso dimenticati o considerati marginali che hanno invertito il drammatico fenomeno dell’abbandono della montagna marchigiana.

I Parchi infine, è bene ricordarlo nel 2010 dichiarato dalle Nazioni Unite Anno Internazionale della Biodiversità, sono il principale strumento per la conservazione della natura ed il mantenimento dei servizi che gli ecosistemi forniscono per il benessere umano. Sono, guarda caso, tra le poche realtà italiane dove il countdown 2010 per l'arresto della perdita di biodiversità non è fallito.

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