martedì 15 giugno 2010

WWF: escavazioni selvagge su Po, Adige e Brenta. Condannati i ladri di fiumi


Pesanti condanne contro funzionari pubblici, accusati di associazione per delinquere, truffa e violazione del segreto d’ufficio

E’ un segnale forte e positivo quello che arriva dal tribunale di Padova che condanna pesantemente i responsabili delle escavazioni abusive portate avanti per anni su Po, Brenta e Adige.

Il risarcimento riconosciuto anche al WWF, costituito parte civile nel processo, conferma la gravità dei danni ambientali inflitti ai fiumi dalle escavazioni selvagge per procurarsi profitto illecitamente.

I giudici hanno accolto le motivazioni del PM e del WWF e riconosciuto la gravità dell'attività illecita degli imputati, (alcuni dei quali funzionari pubblici preposti in realtà alla tutela dell'ambiente) ai quali veniva contestato per associazione a delinquere, concorso in furto di sabbia, falsificazione dei verbali di escavazione, truffa e violazione del segreto di ufficio (la ditta veniva avvisata prima dell'arrivo dei controlli).

La condanna conferma la veridicità delle denunce che da oltre un decennio facciamo circa il grave danno a discapito dei fiumi, la criticità delle loro condizioni e la necessità di un’azione per la loro riqualificazione e rivitalizzazione.

La campagna ‘Liberafiumi’ portata avanti in questi mesi dal
WWF ha proprio lo scopo di censire e poi recuperare gli ecosistemi fluviali, perché si possa garantire una gestione sostenibile dell’acqua e il raggiungimento del buono stato ecologico come previsto dalla Direttiva europea sulla tutela delle acque.

Ma, come conferma il censimento fatto lo scorso 2 maggio nell’ambito di Liberafiumi, proseguono le escavazioni spesso anche illegali. Sono state trovate 15 cave di ghiaia e sabbia lungo l’Adda, ma anche sul Piave, il fiume veneto censito dal WWF , ci sono 12 cantieri di lavorazione di ghiaia che occupano ben 134 ettari di fasce fluviali.

Speriamo che questa condanna scoraggi e faccia desistere definitivamente i ladri di fiumi.
Ci auguriamo che il processo possa concludersi con il ripristino della naturalità dei luoghi ed essere un primo esempio positivo di rilancio di un bene prezioso per la biodiversità e per l’uomo quali sono i fiumi
“ dichiarano Andrea Agapito Ludovici responsabile acqua WWF Italia e Silvia Fischetti responsabile dell'ufficio legale del WWF Italia.

Un ringraziamento particolare da parte del WWF Italia va al Corpo Forestale dello Stato il cui lavoro di indagine ha permesso di scoprire la rete di connivenze ed illegalità ed i gravi danni ambientali arrecati ai fiumi , agli avvocati che hanno curato la costituzione del WWF Italia, Giovanna Mingati e lo studio Pozzan e Farinea di Venezia, ed al WWF Rovigo le cui testimonianze in tribunale hanno contribuito a fare chiarezza sulla vicenda.

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