giovedì 13 gennaio 2011

CACCIA: VERGOGNOSA RIAPERTURA AI PANTANI DELLA SICILIA ORIENTALE.

Il vicepresidente Mamone Capria:  Potere politico succube della lobby venatoria” 

Una decisione gravissima, uno sfregio alla natura. La Regione Siciliana ha riaperto l’attività venatoria fino al 19 gennaio ai Pantani della Sicilia Sud Orientale, nonostante la presenza di specie protette di grandissima importanza come la moretta tabaccata, la gru, la casarca e un’altra settantina di specie. A denunciarlo è la LIPU-BirdLife Italia, che definisce un’assurdità il provvedimento dell’Assessorato regionale all’agricoltura per un’area che è Zona di Protezione Speciale ai sensi delle direttive comunitarie per la presenza straordinaria di specie di uccelli. Un sito che da tempo la stessa Regione ha già dichiarato di voler trasformare in riserva naturale, ma che ancora non si decide a fare nonostante l’obbligo di legge che le deriva dal Piano Regionale Parchi e Riserve Naturali approvato nell’ormai lontano 1991.

Un gran brutto segnale dalla Regione Sicilia – dichiara Fulvio Mamone Capria, vicepresidente LIPU - Un episodio preoccupante che molto ci dice di quanto il potere politico sia succube della lobby venatoria”. 

Solo pochi giorni fa un censimento effettuato dai volontari della LIPU e di EBN Italia aveva evidenziato la presenza di 70 specie diverse tra cui anatre, aironi, fenicotteri, rapaci, limicoli e passeriformi, un nucleo di nove Gru (al pantano Longarini), numerose morette tabaccate e le rarissime Casarche, anatre dalla bellissima livrea color arancio. Per non parlare del gruppo di 600 fenicotteri che di recente aveva colonizzato l’area per nidificarvi, ma che poi sono fuggiti a causa della riapertura della caccia, poi chiusa grazie al parere contrario dell’Ispra. 

I dati dei censimenti effettuati quest’anno evidenziano che con la chiusura della caccia queste aree si ripopolano di specie. Si tratta di siti di straordinaria importanza per gli uccelli acquatici, come anche ha confermato il parere ufficiale dell’ISPRA. In queste zoneconclude Celadacacciare rappresenta, senza mezzi termini, un vero sfregio a un patrimonio, quello degli uccelli migratori, che è di tutta la comunità internazionale ”. 

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