lunedì 27 settembre 2010

Diabete, 2 nuovi casi ogni 10 secondi. 1 malato su 3 non sa di averlo

3, 5 milioni i diabetici in Italia. E i più a rischio sono gli immigrati. Eppure l’80% dei casi da diabete di tipo 2 potrebbero essere prevenuto


Sono 3 milioni e mezzo i malati di diabete in Italia, il 6% della popolazione. Ma parliamo solo dei casi accertati, perchéogni 2 persone che sanno di soffrirne, una ne è affetta e non lo sa”. Lo ha dichiarato Federico Serra, vicepresidente nazionale della Public Affairs Association e anima del Manifesto dei diritti della persona con diabete, al Festival della Salute, conclusosi a Viareggio domenica 26 settembre.

Il diabete sta assumendo le caratteristiche di una pandemia – continua Serra – 10 anni fa i malati nel mondo erano 120 milioni, oggi sono 270 milioni. Di questo passo nel 2020 saranno 400 milioni”.

Ogni 10 secondi si sviluppano 2 nuovi casi di diabete”.

L’Italia è uno dei paesi più a rischio a causa dell’aumento dell’obesità, un precursore del diabete di tipo 2. E la situazione è ancora più drammatica se si osservano i dati dell’obesità infantile: nel nostro Paese un bambino su tre è obeso – spiega Serra – parliamo di soggetti che rischiano di sviluppare il diabete in età adolescenziale e di essere colpiti da infarto già a 20 anni”.

Eppure l’80% dei casi di tipo 2 potrebbe essere prevenuto, grazie alle conoscenze che possediamo oggi”. Basterebbe fare più informazione e mettere in pratica alcune semplici dritte, come fare 10mila passi al giorno, seguire un’alimentazione corretta, evitare snack e merendine. Ma il diabete non è una “patologia da ricchi”. “I più a rischio oggi sono gli immigrati – sottolinea il vicepresidente della Public Affairs Association – a causa del cambio di stile di vita e alimentazione”.

L’arma più potente rimane quella della prevenzione, chenon paga a livello politico – ha aggiunto l’Onorevole Emanuela Baio dell’Associazione parlamentare per la tutela e promozione diritto alla prevenzione – poiché dà i primi risultati dopo 6/7 anni, ma pagherebbe molto a livello di spese sanitarie”.

Secondo uno studio del World Economic Forum del 2007, infatti, la più grave minaccia alla stabilità economica dei paesi nel futuro prossimo, sarà la gestione delle malattie croniche, in costante aumento nella popolazione, con pluripatologie e pluritrattamenti che ne conseguono. Ancor prima del terrorismo o delle guerre.

Fonte: Festival della salute

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