giovedì 23 settembre 2010

La truffa nucleare non si ferma


La lista dei siti presentata dalla Sogin è un altro esempio della “truffa nucleare” che il governo Berlusconi sta preparando agli italiani. Solo ieri, infatti, è giunta notizia (Sole24Ore) che il Presidente Berlusconi, ministro per lo Sviluppo economico ad interim, aveva chiesto alla Sogin di non pubblicare e proseguire con il piano di localizzazione.

Le ragioni esplicite sono due:

1. I criteri per la definizione dei siti idonei dovrebbero essere quantomeno “validati” da un’Agenzia per la sicurezza nucleare, che in tutti i Paesi in cui questa tecnologia esiste, è la massima autorità di garanzia per la sicurezza. Purtroppo l’Agenzia non esiste ancora e dunque non può aver emesso alcun criterio di scelta. Peraltro, quando verrà costituita, avrà un centinaio di tecnici (ce ne vorrebbero almeno 400) provenienti da Ispra ed Enea, molti dei quali prossimi alla pensione.

2. Lo studio andrebbe prima sottoposto a Valutazione ambientale strategica. Ma, si sa, in Italia le valutazioni ambientali è meglio non farle. Il governo Berlusconi mostra dunque un’arroganza che viola ogni principio di trasparenza e dibattito democratico: si producono gli studi di localizzazione prima di aver presentato criteri di esclusione e valutazioni ambientali e aver fatto – almeno formalmente – una consultazione con i portatori di interessi.

Un’altra ragione, non esplicita, riguarda forse probabili elezioni della prossima primavera: nonostante la martellante propaganda a favore del nucleare, non sembra che gli italiani siano favorevoli. Ma forse la lettera del Presidente è arrivata troppo tardi alla Sogin.
Giusto per completare il quadro della “truffa nucleare” del governo, corre voce che si voglia dare all’elettricità da nucleare oltre che la precedenza sulla rete elettrica anche un prezzo fisso (dunque fuori mercato) di 90-100 euro al MWh: il 50-60% in più del prezzo attuale alla Borsa elettrica.

A meno che la truffa nucleare non sia molto più semplice: creare un quadro giuridico per poter firmare i contratti, che si sa non verranno mai rispettati, emanare un decreto che copre con garanzie pubbliche questi contratti (atteso per ottobre) e poi scaricare le penalità sulle bollette degli italiani. Una specie di assalto alla diligenza che oltre a dare risorse a qualche gruppo industriale (francese e italiano) avrebbe come effetto quello di fermare lo sviluppo delle rinnovabili.

P.S. Nel frattempo giunge oggi notizia che la francese Gas de France-Suez, società attiva anche nel nucleare, ha abbandonato il progetto di costruire un reattore EPR a Penly, in Francia. Chissà che il rapporto commissionato dal governo sullo stato confusionale dell’industria nucleare francese abbia consigliato di lasciar perdere.E’ di ieri, invece, la notizia che l’azienda CEZ della Repubblica Ceca ha abbandonato la società costituita per costruire due reattori nucleari in Romania (nella quale Enel ha una quota di minoranza).





Giuseppe Onufrio
Direttore Esecutivo, Greenpeace Italia

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