giovedì 30 settembre 2010

La crisi del capitalismo e come combatterlo

Gli "esperti" di Wall Street e dei media della grande impresa, obbligano loro stessi a farneticare sul fatto che in agosto il settore privato abbia creato 67.000 posti di lavoro. Non importa che ciò rappresenti un declino dalla media mensile di 90.000 posti di lavoro del settore privato creati nell'ultimo anno. E non importa che lo scorso mese 141.000 lavoratori del censimento governativo siano stati licenziati.

Soprattutto, non importa che circa 30 milioni di lavoratori siano disoccupati, sottoccupati o abbiano abbandonato la forza lavoro ( circa uno su cinque).

In un'altra nota, l'industria automobilistica, che sta esponendo profitti, si vanta che quest'anno ha aggiunto 55.000 posti di lavoro. Ma nell'anno prima del fallimento dell'auto ha licenziato 324.000 lavoratori. Washington ha dato a General Motors e Chrysler 85 miliardi per restringere l'industria, licenziare operai e chiudere fabbriche.

Ormai è diventato luogo comune affermare che questa è la peggiore depressione economica dalla Grande Depressione. Ora sempre più economisti capitalisti affermano che è una crisi "strutturale".

Ma semplicemente ripetendo quello che la maggior parte dei lavoratori sa bene, non getta alcuna luce sulla crisi. La classe lavoratrice ha bisogno di conoscere la natura della crisi per capire come uscirne fuori.

Le questioni più importanti che devono ancora essere spiegate dagli "esperti" ufficiali sono: Cosa c'è dietro la peggiore ripresa senza posti di lavoro nei 70 anni trascorsi? E perché il sistema non può di nuovo mettersi in moto?

E come può essere che dopo 10 trilioni di salvataggi bancari statali, un pacchetto di incentivi di 787 miliardi e un miglioramento di 12 mesi nell'attività economica, 30 milioni di lavoratori ancora necessitano di lavoro?

L'essenza del capitalismo: sfruttamento di classe

E' importante chiarire cos'è il capitalismo.

Anche i più ostinati difensori del capitalismo possono vedere che il sistema sta fallendo. Gli stessi capitalisti e i media della grande impresa, i politici e i sapientoni parlano tutti del capitalismo.

Propongono diversi concetti del capitalismo. Alcuni affermano che il capitalismo è caratterizzato da "forze di mercato", comprare e vendere; alcuni enfatizzano l'ottenimento di profitti e il motivo del profitto; altri enfatizzano la proprietà privata come l'essenza del capitalismo.

Tutte queste cose sono vere. Ma non arrivano alla vera questione di esso. L'essenza del capitalismo non è mai discussa dai presuntuosi della classe dominante.

L'essenza del capitalismo è che esso è un sistema di sfruttamento di classe. È il dominio della società da parte di una minuscola minoranza di ricchi sfruttatori e oppressori che non lavorano. Questi vivono su una classe molto grande di lavoratori che non hanno nessun altro modo per vivere so non lavorare — a meno che non vengano licenziati o si aprano un varco permanentemente nell'esercito dei poveri e dei disoccupati, che è in modo schiacciante di afroamericani, latini, asiatici e indigeni, specialmente giovani.

Qual’ è la base di questo dominio? La classe capitalista possiede tutto ciò di cui la classe lavoratrice ha bisogno per vivere e sopravvivere — le fabbriche, le miniere, le fattorie e i campi, gli uffici, i grandi magazzini, gli ospedali, i mezzi di trasporto e le banche — e siede al vertice della società a causa del controllo del denaro.

Questa classe di proprietari capitalisti è collettivamente la classe dominante e prospera sul lavoro della classe lavoratrice.

D'altra parte, la classe lavoratrice ha bisogno di accedere ai mezzi per la sopravvivenza ma non può ottenerli a meno che non venda il proprio lavoro a qualche padrone. La forza lavoro è la capacità di lavorare, la capacità di creare cose o servizi utili, l'abilità di creare nuovo valore. La nostra classe, la classe lavoratrice, deve vendere la propria forza lavoro tutti i giorni, tutte le settimane, tutti i mesi, anno dopo anno, ripetutamente, per ottenere dai padroni ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, sotto forma di salari o stipendi. I padroni, dall'altra parte, diventano sempre più ricchi dall'appropriazione dei prodotti del nostro lavoro e dalla loro vendita per il profitto.

Questo è il sistema della schiavitù del salario.

Crisi di sovrapproduzione

In cambio della nostra forza lavoro riceviamo un salario o uno stipendio. Un salario è l'ammontare di denaro di cui abbiamo bisogno per sopravvivere. I salari, sia che siano alti, medi oppure bassi — come nel caso della maggior parte degli uomini e delle donne afroamericani, latini, asiatici, indigeni — per rimanere proprio entro la stretta portata della sussistenza.

Poiché i capitalisti vogliono ricavare quanto più profitto possibile, la produzione aumenta vertiginosamente e alla fine supera la capacità collettiva dei lavoratori di acquistare tutti i prodotti del loro lavoro a un prezzo sufficientemente alto per dare profitti ai padroni. Quando i profitti scendono, la produzione si ferma. I lavoratori vengono licenziati e l'economia affonda.

Questa viene chiamata una crisi di sovrapproduzione e sta dietro la crisi attuale. Naturalmente, in relazione ai bisogni umani non vi è nessuna sovrapproduzione. Gli ultimi rapporti indicano che un numero record di famiglie vivono in rifugi per senzatetto. Vi è anche un numero record di abitazioni vuote a causa di sequestri e di sfratti.

I senzatetto non possono permettersi di acquistare le case ad un prezzo elevato per dare un profitto agli immobiliaristi. Questa è sovrapproduzione capitalista. Lo stesso vale per le automobili, centri commerciali, grandi elettrodomestici e così via.

Il profitto è l'obiettivo di tutta la produzione sotto il capitalismo. La classe capitalista cerca costantemente di incrementare i suoi profitti a spese dei lavoratori. Dagli inizi del capitalismo, il modo più efficace di fare questo è stato di introdurre la nuova tecnologia che ha ridotto la necessità dei lavoratori, ridotto le abilità dei lavoratori o accelerato il ritmo di produzione dei lavoratori.

Negli ultimi 30 anni, la classe capitalista mondiale, guidata dalla classe capitalista degli USA, ha investito sempre più nella tecnologia. Questo ha fatto produrre ai lavoratori sempre più beni e servizi in sempre meno tempo e per salari sempre più bassi. Questo processo ha portato ad una crisi di sovrapproduzione sempre maggiore.

Questo è ciò che sta dietro la ripresa senza i posti di lavoro di oggi. I padroni hanno utilizzato la tecnologia per creare una competizione mondiale tra lavoratori. Hanno utilizzato robot, satelliti, computer, internet e software aziendale per aumentare la produttività dei lavoratori e costringerli a produrre sempre di più.

Quando l'attuale crisi è cominciata vi era un eccesso di abitazioni, un eccesso di automobili, un eccesso di processori di computer e così via. I lavoratori avevano prodotto così tanto che non potevano ricomprare ciò che avevano prodotto a prezzi che davano ai padroni un profitto. Così il sistema ha cominciato a bloccarsi.

È per questo che in un anno e mezzo sono stati licenziati otto milioni di lavoratori. Ed è per la stessa ragione che il sistema capitalistico non ha potuto mettersi di nuovo in moto.

Gli esperti capitalisti sanno che i diversi salvataggi e i pacchetti di stimolo sono le uniche cose che impediscono al sistema di crollare completamente. Ora è fissato che nei prossimi mesi i pacchetti di incoraggiamento si esauriscano.

Così l'amministrazione Obama ha messo a punto misero il cosiddetto "disegno di legge dei posti di lavoro" da 50 miliardi. Se sarà approvato oppure no è un grosso interrogativo. Ma anche se lo fosse, non sarebbe sufficiente per riassumere i 30 milioni di lavoratori che si trovano nel bisogno.

Ci vuole la creazione di 150.000 posti di lavoro al mese soltanto per stare al passo con la crescita della popolazione. Inoltre, la povertà si diffonde insieme alla disoccupazione. Così i capitalisti, buttando fuori dal lavoro i lavoratori, abbassando i salari e aumentando il ritmo della produzione, contraggono il mercato capitalista. Soltanto se un mercato riuscisse ad espandersi espandesse enormemente e che riuscisse a creare mezzo milione o più di posti di lavoro al mese per i prossimi anni, potrebbe procurare alla classe lavoratrice abbastanza posti di lavoro sulla base delle assunzioni dei capitalisti.

La classe capitalista e il suo sistema e l’immobilismo non stanno facendo niente altro che aggravare la disoccupazione ed accrescere sequestri, povertà e aumentare i senzatetto in maniera veramente razzista. I livelli di disoccupazione di afroamericani, latini e asiatici sono il doppio dei lavoratori bianchi. Ma anche un numero sempre più crescente di lavoratori bianchi vanno ad aumentare le cospicue fila dei disoccupati.

In altre parole, l'attuale crisi è più che semplicemente una crisi ciclica. È più che semplicemente una crisi strutturale. Non è rimasto nulla da ristrutturare. È una crisi dello sistema del profitto stesso.

Il sistema è giunto a un punto morto. Non può procurare posti di lavoro a salari da minimo vitale. Il capitalismo non è più in grado di far progredire la società. Il sistema dello sfruttamento di classe ha raggiunto lo stesso tipo di vicolo cieco nel quale era arrivato nel 1929 e nella Grande Depressione. Il sistema del profitto tra trascinando la società nella rovina e con esso la classe lavoratrice, come pure sta minacciando l'ecologia del pianeta.

Lottare per un massiccio programma di posti di lavoro statali

L'unico modo per alleviare l'attuale crisi di disoccupazione di massa è di costringere il governo di Washington a dare posti di lavoro a tutti i lavoratori che ne hanno bisogno — posti di lavoro con salari minimi con benefici.

Durante la Grande Depressione, l'amministrazione Roosevelt fu costretta a creare un vero e proprio programma di lavoro dove i lavoratori venivano assunti direttamente dal governo. Fu istituita la Works Progress Administration, in base alla quale ogni lavoratore che era qualificato aveva il diritto di ottenere un posto di lavoro. Alcuni operai vennero inviati a frequentare corsi di formazione. C’era anche la National Youth Administration che dava posti di lavoro ai giovani. Prima della WPA, la Civil Works Administration aveva creato posti di lavoro per 4 milioni di lavoratori, a cominciare dal mese di novembre 1933.

Alla fine del 1930 il WPA era il maggiore datore di lavoro del paese. Dal 1935 al 1943, 8,3 milioni di lavoratori ricevettero posti di lavoro. Costruirono strade, dighe, edifici pubblici, scuole, ospedali, piantarono alberi, crearono arte e furono responsabili di migliaia di progetti che esistono ancora oggi.

Questo non fu un programma di gocciolamento dove il denaro va ai padroni che poi, dopo aver preso la loro fetta di profitti, salari amministrativi e subappalti ecc. assumono qualche lavoratore. Ma il programma da 50 miliardi di dollari che viene ora da Washington è di questo tipo.

I lavoratori e le comunità devono mobilitarsi per lottare per un massiccio programma di posti di lavoro statali. Dobbiamo combattere per ri-dirigere i trilioni di dollari che ora vengono dati alle banche e le centinaia di miliardi che vanno al Pentagono e utilizzarli per alleviare le terribili sofferenze dei lavoratori durante questa crisi di disoccupazione.

L'ultimo scopo dovrebbe essere quello di andare oltre l’ alleviare questa crisi sotto il sistema dello sfruttamento di classe, e eliminare del tutto il sistema. Ciò significa prendere il controllo dell'economia e dei mezzi per la sopravvivenza, dei mezzi di produzione e di distribuzione, per la classe lavoratrice e per gli oppressi e utilizzare queste risorse per il bisogno umano, non per il profitto. In una parola, lottare per il socialismo.

E infine, deve essere dichiarato enfaticamente che la lotta per il socialismo e per abolire il capitalismo richiede la costruzione di un partito della classe lavoratrice rivoluzionario, impregnato della teoria del marxismo e imbevuto del suo spirito rivoluzionario.

Goldstein è autore del libro “Low-Wage Capitalism,” (capitalismo a Basso salario) un’ analisi marxista della globalizzazione e dei suoi effetti sulla classe lavoratrice degli USA. Questo articolo riflette la sostanza di un discorso che ha dato a una assemblea pubblica a Detroit l'11 settembre. Membro di primo piano del Workers World Party, ha anche scritto numerosi articoli e parlato dell’ attuale crisi economica. Per ulteriori informazioni visitare il sito http://www.lowwagecapitalism.com/.

Workers World, 55 W. 17 St., NY, NY 10011

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Titolo originale "The capitalist crisis & how to fight it"
Fonte: http://www.workers.org/

Link: http://www.workers.org/2010/us/capitalist_crisis_0923/

Tradotto con l’ausilio di google.

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