di David Rorro, candidato della RETE DEI CITTADINI Lazio 2010
Berlusconi è al capolinea, minoranza nel Paese e in Parlamento, inviso alla maggioranza dei cittadini, a molti dei suoi stessi elettori e a settori decisivi della coalizione che lo ha portato al governo garantendogli impunità e favorendo la difesa dei suoi interessi privati. Ora però la domanda è un’altra: “chi verrà dopo di lui farà sempre parte della casta?”
Col primo “NoBerlusconiDay” si chiedevano le dimissioni di Berlusconi portando in piazza un milione di persone e aprendo la grande stagione di battaglie civili e di risveglio sociale che ha caratterizzato la storia politica del Paese dal 5 dicembre ad oggi, dalle iniziative in difesa della Costituzione e contro il legittimo impedimento e il processo breve fino alla grande campagna contro la legge bavaglio; legge pensata dal PD con il governo Prodi e attuata da Berlusconi per proteggere se stesso e le “cricche” che lo sostengono e per salvare dai processi e dal giudizio dell’opinione pubblica gli indagati, i condannati, i corrotti, i corruttori e i mafiosi presenti all’interno del suo governo.
Col secondo “No BerlusconiDay” si ribadisce l’urgenza di mandare a casa Berlusconi, tutto il governo da lui presieduto e tutti gli artefici del disastro sociale ed economico del Paese, della distruzione della dimensione pubblica, a partire dalla scuola e dall’Università, e massima espressione del degrado morale e del dilagare del fenomeno della corruzione che attraversa, come e più di Tangentopoli, le istituzioni e la casta politica.
Dobbiamo ricordare che tutto questo è stato possibile solo ed esclusivamente grazie ad un “opposizione” inesistente e/o collusa. Gli interessi delle lobby e della casta spesso e volentieri coincidono con il programma di entrambi gli schieramenti e questo accade dagli anni ‘90 in poi (ma anche prima) ed è vero per tutti i governi che si sono succeduti.
La verità scotta e coinvolge tutti.
Per lasciarci alle spalle la lunga e drammatica fase storica del finto dualismo pd/pdl, iniziata nel ‘94 con la nascita di Forza Italia, sospettata di essere stata sostenuta dalla mafia, non bastano le dimissioni di Berlusconi e del governo: occorre operare un radicale cambiamento delle condizioni politiche e culturali che ne hanno favorito la nascita e lo sviluppo, in particolare attraverso il ricorso ai mezzi di informazione di proprietà di Berlusconi sin dalla sua “discesa in campo” (non dimentichiamo comunque che il governo passato ha di fatto favorito il “conflitto d’interessi” non impedendo che ciò accadesse).
Per questo chiediamo che dopo le dimissioni di Berlusconi si operi tempestivamente per dare il supporto ad un movimento come la RETE DEI CITTADINI, che lavori direttamente sul territorio e che permetta di bypassare la casta (pd/pdl).
E poi subito al voto per nuove elezioni, stavolta davvero libere e democratiche.
Berlusconi è al capolinea, minoranza nel Paese e in Parlamento, inviso alla maggioranza dei cittadini, a molti dei suoi stessi elettori e a settori decisivi della coalizione che lo ha portato al governo garantendogli impunità e favorendo la difesa dei suoi interessi privati. Ora però la domanda è un’altra: “chi verrà dopo di lui farà sempre parte della casta?”
Col primo “NoBerlusconiDay” si chiedevano le dimissioni di Berlusconi portando in piazza un milione di persone e aprendo la grande stagione di battaglie civili e di risveglio sociale che ha caratterizzato la storia politica del Paese dal 5 dicembre ad oggi, dalle iniziative in difesa della Costituzione e contro il legittimo impedimento e il processo breve fino alla grande campagna contro la legge bavaglio; legge pensata dal PD con il governo Prodi e attuata da Berlusconi per proteggere se stesso e le “cricche” che lo sostengono e per salvare dai processi e dal giudizio dell’opinione pubblica gli indagati, i condannati, i corrotti, i corruttori e i mafiosi presenti all’interno del suo governo.
Col secondo “No BerlusconiDay” si ribadisce l’urgenza di mandare a casa Berlusconi, tutto il governo da lui presieduto e tutti gli artefici del disastro sociale ed economico del Paese, della distruzione della dimensione pubblica, a partire dalla scuola e dall’Università, e massima espressione del degrado morale e del dilagare del fenomeno della corruzione che attraversa, come e più di Tangentopoli, le istituzioni e la casta politica.
Dobbiamo ricordare che tutto questo è stato possibile solo ed esclusivamente grazie ad un “opposizione” inesistente e/o collusa. Gli interessi delle lobby e della casta spesso e volentieri coincidono con il programma di entrambi gli schieramenti e questo accade dagli anni ‘90 in poi (ma anche prima) ed è vero per tutti i governi che si sono succeduti.
La verità scotta e coinvolge tutti.
Per lasciarci alle spalle la lunga e drammatica fase storica del finto dualismo pd/pdl, iniziata nel ‘94 con la nascita di Forza Italia, sospettata di essere stata sostenuta dalla mafia, non bastano le dimissioni di Berlusconi e del governo: occorre operare un radicale cambiamento delle condizioni politiche e culturali che ne hanno favorito la nascita e lo sviluppo, in particolare attraverso il ricorso ai mezzi di informazione di proprietà di Berlusconi sin dalla sua “discesa in campo” (non dimentichiamo comunque che il governo passato ha di fatto favorito il “conflitto d’interessi” non impedendo che ciò accadesse).
Per questo chiediamo che dopo le dimissioni di Berlusconi si operi tempestivamente per dare il supporto ad un movimento come la RETE DEI CITTADINI, che lavori direttamente sul territorio e che permetta di bypassare la casta (pd/pdl).
E poi subito al voto per nuove elezioni, stavolta davvero libere e democratiche.
Invitiamo i cittadini, le associazioni, le forze democratiche e la libera stampa a partecipare e sostenere il “No Berlusconi Day 2″, che si terrà a Roma, sabato 2 ottobre 2010, ma anche a prendere le distanze dal resto della casta aiutando la crescita della RETE DEI CITTADINI.
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