I consumatori vessati e strangolati da usi,abusi e quotidiani soprusi, non possono raccogliere l’invito del presidente dell’Abi Mussari che richiama il paese ad essere più orgoglioso delle sue banche, perché non nutrono alcun orgoglio,ma un sano disprezzo verso banchieri avidi, corresponsabili della crisi sistemica che anche in Italia è stata addossata a risparmiatori e correntisti con costi di gestione elevatissimi dei conti correnti e condizioni più onerose dell’Europa a 27.
Adusbef e Federconsumatori invitano il presidente dell'Abi Giuseppe Mussari a maggiore prudenza e verità quando afferma che "in questa fase di crisi, la più difficile dal 1945, le banche non sono costate fino a ora un euro" alla collettività, poiché tra tassi più elevati sui mutui della media europea (+0,67%) e costi dei conti correnti pari a 295,66 euro in Italia,contro una media di 114 nell’area dell’Europa a 27, la collettività dei correntisti ha pagato a rate negli ultimi 10 a banche idrovore ed inefficienti,il controvalore di 50 miliardi di euro,ossia ben 5 miliardi di euro in più l‘anno.
Mussari invece della propaganda a buon mercato,spieghi perché le banche continuano a strozzare le piccole e medie imprese ed a strangolare le famiglie, con la stretta creditizia non giustificata dai prestiti triennali della Bce erogate alle banche italiane pari a 203 miliardi di euro al tasso dell’1%, che invece di essere immesse sui mercati per far ripartire l’economia, vengono impiegati per discutibili operazioni di riacquisto dei bond bancari con plusvalenze di miliardi di euro utilizzati per pagare bonus e ricche stoch option dei signori banchieri.
A fronte di un Governo che ha garantito i bond bancari per 7 anni, costretto i pensionati ad aprire un conto corrente o ad imparare l’uso delle carte di credito, obbligato i mutuatari ad accendere una costosa polizza vita qualora richiedano un prestito costituita dall’80% di provvigioni e al 20% di copertura assicurativa, sono offensive verso i consumatori ed utenti le gratuite lamentele di Mussari su alcuni provvedimenti del governo, come la presunta gratuità delle commissioni sotto i 100 euro di spesa ai benzinai, che non sono gratis solo in Italia, ma rappresentano un costoso pizzo sotto forma di commissione media pari ad 1,50 euro a rifornimento, indipendentemente dalla quantità di carburante erogato.
Fonte: http://www.adusbef.it
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