giovedì 16 febbraio 2012

CENSIS:SVECCHIARE I DISTRETTI INDUSTRIALI PER RISPONDERE ALLA RECESSIONE

Il 67% dei distretti in ripiegamento di fronte alla crisi. Buone le esportazioni, ma non recuperano produzione e occupazione. Accelerare sulla ristrutturazione delle aziende.

Da una indagine effettuata dal Censis su 28 distretti industriali nell’ambito della terza edizione dell’«Osservatorio Nazionale Distretti Italiani», presentato questa mattina dalla Federazione dei Distretti Italiani, emerge che l’inversione del ciclo economico attesa per il 2011 non c’è stata. Il 67% degli imprenditori interpellati dal Censis afferma che il proprio distretto industriale attraversa una fase di ridimensionamento, per la parte restante c’è stata una tenuta di fronte alla crisi. E se per il 70% delle aziende le esportazioni sono tornate ai livelli precedenti il 2008, per la produzione e l’occupazione si è ancora lontani da un recupero delle posizioni perse negli ultimi quattro anni.

I distretti industriali guardano sempre più a mercati lontani, dalla Cina all’India, da Hong Kong alla Russia. Ma sul fronte interno il problema occupazionale è solo la punta dell’iceberg, la spia delle difficoltà dei distretti produttivi di reinventarsi come rete saldamene legata al territorio. Emergono altri problemi: dalla difficoltà di creare vere opportunità di lavoro per le generazioni più giovani alla disponibilità di un sistema che permetta la formazione e il rafforzamento delle competenze professionali, fino a un consolidamento della cultura d’impresa come strumento per affrontare la crescente complessità dei mercati. La crisi economica sembra aver rimesso al centro il tema del ruolo di accompagnamento di molti soggetti intermedi. Nelle opinioni raccolte dal Censis, appaiono labili i rapporti tra il sistema d’impresa e le istituzioni locali, come le camere di commercio, gli istituti di ricerca e le università.

«Da tenace sostenitore del localismo d’impresa quale sono – ha detto Giuseppe De Rita, Presidente del Censis – mi rendo conto che ragionare sulla base di categorie interpretative di dieci o anche solo di cinque anni fa rischia di farci perdere la capacità di comprendere le esigenze di questi territori produttivi che hanno contribuito alla crescita del Paese. Il problema oggi non è solo quello di sostenere le aziende nel mettere in atto strategie di mercato innovative per trovare mercati sempre più lontani – ha continuato De Rita –, ma è anche quello di riorganizzare gli equilibri interni dei territori».

«Negli anni della crisi è mancata una reazione forte – ha detto Giuseppe Roma, Direttore generale del Censis, commentando i risultati della ricerca -. Bisogna accelerare sulla ristrutturazione delle aziende e su una immagine meno stanca e stereotipata dei distretti. Non possiamo fermarci alle sole valutazioni tradizionali. Le reti d’impresa restano una ottima soluzione per problemi del passato come la piccola dimensione aziendale. Il futuro si aggredisce scommettendo sui nuovi settori emergenti dell’high-tech, soprattutto digitale, con nuovi prodotti e allargando la geografia dell’export in nuovi mercati - ha proseguito Roma -. Paradossalmente, i distretti industriali creeranno nuovo sviluppo solo se i servizi terziari diventeranno più competitivi». 

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