venerdì 3 febbraio 2012

CHI USA IL TELEFONO CELLULARE È A RISCHIO?

Un articolo scientifico a cura di Angelo Gino Levis, Nadia Minicuci, Paolo Ricci, Valerio Gennaro, Paolo Crosignani, Spiridone Garbisia.

Epidemiol Prev 2011; 35 (1). Periodo: gennaio, pagine 3-3.
Una valutazione del rischio oncogeno dei Telefoni Mobili (TM) in termini di nuovi casi di tumore è stata tentata da Lloyd Morgan 45 il quale, pur sottostimando al 50% il numero di utilizzatori di cellulari, senza considerare il rischio per gli utilizzatori di cordless e assumendo una latenza di 30 anni per i tumori indotti dai TM, ha calcolato un'incidenza aggiuntiva di 380.000 tumori alla testa entro il 2014 solo negli USA, il che comporterebbe un aumento della spesa sanitaria di 10 miliardi di dollari e la necessità di aumentare il numero di neurochirurghi di almeno 7 volte! Tenuto conto del numero reale di utilizzatori di cellulari (già più di 5 miliardi di contratti entro la fine del 2010) e dei dati di Hardell sull'aumento del rischio di tumori alla testa già dopo 10-15 anni di latenza o d'uso dei TM (anche solo cordless) e del maggiore rischio per chi ha iniziato a usare i TM in giovane età, è chiaro che questa cifra rappresenta solo la punta di un iceberg la cui vera entità potrà essere accertata solo tra i 10-20 anni.
Gli incrementi dei rischi oncogeni correlati all'uso dei TM, supportati da una ricca documentazione sulla palusibilità biologica di tale azione cancerogena, giustificano dunque già oggi l'applicazione del principio di minimizzazione a questi tipi di esposizioni. Possibili obiettivi di prevenzione primaria, sostenuti da autorevoli fonti, sono.
1) l'adeguamento dei limiti die sposizione agli obiettivi di qualità "cautelativi" (0,5 V/m anzichè 6 V/m, in Italia);
2) la limitazione della diffusione delle tecnologie wireless nelle scuole e nei luoghi molto frequentati (biblioteche, uffici);
3) l'informazione a partire dalle scuole sui rischi da esposizione a radiofrequenze, accompagnata da misure volontarie di autotutela basate sull'uso cautelativo delle varie tecnologie;
4) la limitazione dell'uso dei cellulari e dei cordless da parte dei minori di 14 anni;
5) campagne di monitoraggio epidemiologico della possibile azione oncogena delle emissioni a radiofrequenza anche nelle esposizioni professionali e residenziali.


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