La Rai, un'azienda lottizzata che sempre di più sforna cattiva informazione e servizi spesso taroccati e strappalacrime per inseguire il feticcio dell'audience, ha sfornato l'ennesimo balzello, a carico di imprese, studi professionali ed uffici, per imporre un pesante tributo sul possesso non solo degli apparecchi TV, ma anche di qualsiasi dispositivo atto o adattabile a ricevere il segnale tv, inclusi monitor per il Pc, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza, telefonini che si collegano ad internet con una somma che, a seconda della tipologia di impresa, va da un minimo di 200 euro fino a 6.000 euro l'anno. a carico di oltre 5 milioni di utenti per un controvalore di 1 miliardo di euro l'anno.
E' l'ennesima vergogna, l'ennesimo tentativo di scippo con destrezza che deve essere respinto al mittente,da parte del ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, al quale Adusbef e Federconsmatori si appellano,per evitare l'ennesimo salasso.
Non ci risulta- hanno affermato Elio Lannutti e Rosario Trefiletti, presidenti di Adusbef e Federconsumatori- che il Ministero dello sviluppo economico abbia deliberato l'assoggettamento dei personal computer,dei videofonini e di altri apparati utilizzati per il lavoro, non certo per lo svago, al pagamento del canone Tv; per questo tutti coloro che hanno ricevuto richieste di pagamento, come aziende ed uffici professionali del canone TV da parte della RAI per la detenzione di «uno o più apparecchi atti o adattabili alla ricezione di trasmissioni radiotelevisive al di fuori dell’ambito familiare, compresi computer collegati in rete (digital signage e similari), indipendentemente dall'uso al quale gli stessi vengono adibiti, non paghino nulla e se avessero già pagato si rivolgano alle associazioni dei consumatori, che impugneranno l'intimazione di pagamento - qualora si insista - alla Consulta, per la tutela legale oltre ad un eventuale risarcimento dei danni.
Fonte: http://www.adusbef.it
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