domenica 12 febbraio 2012

SPECULARE FINO ALLA MORTE

di Antonio Tricarico
In questi giorni ha sollevato molta indignazione la scoperta che la Deutsche Bank, tra i principali colossi bancari al mondo – nonché importante compratore del debito pubblico italiano – ha lanciato un nuovo titolo obbligazionario il cui rendimento ultimo è legato alla longevità di un gruppo scelto di anziani. 

Persone le cui condizioni di salute diventano, previo consenso, pubbliche e monitorate continuamente dai mercati. In breve l’investitore incassa di più se, per esempio, un certo gruppo di anziani americani over 75 muore prima dell’età media, mentre se le persone sopravvivono in buona salute oltre le aspettative di vita “vince” la Banca.

Insomma, è l’ultima frontiera del casinò del capitalismo finanziario, che in crisi di accumulazione – ossia oggi esistono troppa ricchezza e liquidità rispetto alla disponibilità di asset redditizzi su cui innestarsi – continua nel suo esoterismo e nella sua creatività, al punto da trasformare anche l’attesa di vita di specifiche persone in un bene finanziario. Tutto ciò la dice lunga  sullo stato in cui versa il sistema bancario, alla ricerca di profitto e liquidità, pena il collasso.

La speculazione finanziaria più perversa non sembra toccare mai il fondo.

Gli strumenti finanziari che scommettono sulla “morte” degli Stati – i famigerati credit default swap che sperano nel fallimento del ripagamento del debito – sono già stati creati. Oggi, infatti, si scommette sul default della vita dei singoli con i nuovi bond della morte. Chi lo sa se però prima o poi la Deutsche Bank o qualche altro colosso leader nell’alchimia finanziaria, alla disperata ricerca del profitto nonostante la crisi, non decida di scommettere proprio sulla sua morte, ossia la propria bancarotta. Si è detto che le grandi banche di affari sono troppo grandi per fallire, poi si è aggiunto troppo grandi per essere salvate, e qualcuno ha ricordato che sono anche troppo grandi per finire in galera. Insomma comandano loro e solo loro si potranno distruggere con il “bond del suicido”. Su quest’ipotesi di eutanasia finanziaria, il presidente della Banca centrale europea Mario Draghi farebbe bene a staccare subito la spina e non prestare più alla Deutsche Bank e ai suoi compari a tassi irrisori per permettergli di speculare fino all’ultimo sulla vita di noi tutti. Mors tua, vita mea

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